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Non ci sono cétégorie

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Non sappiamo voi, ma noi ce la siamo posta, la domanda.

Quando abbiamo letto di quel ventiseienne che era andato a correre in un bosco e che, in quel bosco, è stato ucciso da un’ora, ce lo siamo chiesto se anche qui, da noi, nei nostri boschi, esista il rischio di ritrovarsi faccia a faccia con un orso. 

E la risposta è sì.

Come se non bastassero i cinghiali che razzolano tra i quartieri di Teramo, le volpi che pasteggiano nei mastelli dell’organico e i lupi che se ne scendono verso il mare, adesso c’è anche da stare attenti agli orsi.

Che non sono, come la diffusa imbecillità amplificata dal rincoglionimento social sembrerebbe pensare, una specie di morbidosi peluche viventi, ma animali dall’altissima pericolosità.

Eppure, non ricordiamo di aver letto avvisi sulla presenza, e soprattutto sulle azioni da adottare in caso di avvistamento. Neanche nelle ultime settimane, dopo la morte dell’escursionista in Trentino, abbiamo visto alzare il livello di attenzione.

Sul sito del Parco si legge: «La popolazione appenninica, stimata attorno alle 30-40 unità, si concentra attualmente soprattutto nelle zone a cavallo tra Abruzzo, Molise ed alto Lazio, con il nucleo più significativo nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è un'area di transito e di alimentazione, in cui vengono registrate frequentemente osservazioni di esemplari di orso bruno marsicano».
Vorremmo richiamare l’attenzione su “Transito e alimentazione” e “frequentemente”, significa che capita spesso che nei boschi del Parco si avvistino orsi di passaggio, o affamati.

E non solo, perché gli orsi “teramani” hanno anche un nome e, in un caso, un parente famoso.

« Dalle risposte ottenute dall’analisi genetica dei campioni biologici già eseguite, nel settore centro settentrionale del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è risultata la presenza di due distinti individui, di sesso maschile, identificati come M 173 ed M 179 - scrive il “Rapporto Orso Bruno Marsicano, realizzato dal Parco Nazionale d’Abruzzo - il ritorno dell’orso nell’area protetta era stato rilevato per la prima volta nel Novembre 2019, con il rinvenimento di una traccia su neve rilevata nel versante settentrionale del massiccio del Gran Sasso nei pressi dell’abitato di Casale San Nicola».

Da quella prima traccia, gli avvistamenti sono aumentati, sempre di più, tanto da far supporre che ormai si tratti di orsi stanziali. Nel 2021 sono state ricevute 19 segnalazioni di presenza di orso nel Parco, 14 relative ad avvistamenti diretti e 5 di rilevamento tracce.
Vi dicevo di parentele “famose”: «Il maschio M179 è risultato essere uno dei fratelli del più famoso orso Juan Carrito, noto per la sua propensione a frequentare zone antropizzate e per il suo comportamento confidente verso l’uomo», poi investito e ucciso nel tardo pomeriggio del 23 gennaio scorso, lungo la SS17 all’altezza di Castel di Sangro.