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Schermata_2022-11-03_alle_22.12.14.pngLa chiamano “emergenza universitaria” e, in effetti, quelli che svela il Gruppo consiliare di Teramo “Cittadini in Comune”, ovvero Giovanni Luzii, Osvaldo Di Teodoro e Ivan Verzilli, sono i numeri di una vera emergenza. O meglio, il distillato matematico di una percezione: il fatto che l’Università di Teramo abbia perso studenti negli ultimi anni. Nella tabella che i “Cittadini in Comune” diffondono (elaborata con le statistiche del “Portale dei dati dell’istruzione superiore” del Ministero dell’Università e della Ricerca), però, c’è il dettaglio di un fenomeno cominciato 17 anni fa. L’Università di Teramo, infatti, raggiunge il suo massimo storico di iscrizioni nell’anno accademico 2004/2005, Rettore Luciano Russi, quando gli studenti raggiungono le 10.306 unità. Oggi, sono 5.525, al termine di un’emorragia costante, che si è arrestata solo l’anno scorso quando, per la prima volta, le iscrizioni sono tornate a salire con 34 studenti in più. E’ un segnale, minimo certo, ma importante. Nella vicenda storica dell’ultimo ventennio universitario teramano, il Rettore che ha subìto la flessione più pesante è stato Mauro Mattioli, con una perdita media annua di 363 studenti, seguito da Luciano D’Amico con 334, Rita Tranquilli Leali con 330 e Dino Mastrocola con 110. «Nell’ultimo quinquennio, dall’Anno Accademico 2016/17 al 2020/21 si è verificato un aumento del + 7,3% di studenti universitari in Italia - commentano i consiglieri di “Cittadini in Comune” - nel medesimo quinquennio si è verificata una diminuzione del - 9,6% di studenti universitari nell’Ateneo di Teramo». Un dato che non può essere riferito solo all’UniTe, ovviamente, ma che investe tutta la città e, in particolare, il rapporto mai perfetto tra l’Ateneo e il Comune, con quest’ultimo a palesare una storica incapacità di dare all’UniTe le risposte necessarie, anche le più semplici, come quel collegamento in bus tra città e campus, che continua ad essere una chimera. La costante perdita di attrattività della città, ha fatto il resto: un’Università non si sceglie solo per la qualità dell’Accademia, che è certo il primo requisito, ma anche per la città intorno. E’ vero: c’è un’emergenza università, e la politica cittadina dovrebbe avere il coraggio di assumersi le proprie, grandissime colpe.Schermata_2022-11-03_alle_22.02.56.png