Prima di cominciare a leggere, chiudete gli occhi e provate ad immaginare l’avvio lento di una melodia splendida, un violino che s’impone maestoso… è l’aria sulla quarta corda di Bach ma per noi, cresciuti soffiando nel flauto alle medie, è la “sigla di Quark”.
Ecco, chiudete gli occhi e immaginatevi la sigla di Quark, mentre una voce calda, bella, levigata, scandisce sapiente:
«I varani sono animali con abitudini particolari. Sono principalmente predatori opportunisti…».
Ecco, adesso riaprite gli occhi.
La puntata di Quark è finita… ma mi piaceva offrirvi questo momento di cultura, perché sono da sempre convinto che i padri latini, ai quali dobbiamo molto del nostro sapere, avevano teorizzato in due parole una legge non scritta, ma universale: “nomen omen”.
Che, tradotto semplificando, sta per “in ogni nome c’è un destino”.
Ecco, oggi parliamo dei varani opportunisti, ma non di quelli che s’aggirano sulle isole remote, i nostri si annidano sui banchi del Consiglio Comunale di Teramo.
Trovarli, è facile: dovete cercare nella jungla della Maggioranza, sotto la macrospecie “cavallariani doc”, nella specie “Bella Teramo” alla voce “capogruppo” per trovare lui, Massimo Varani, il primo consigliere della storia comunale teramana ad aver presentato un emendamento ad un emendamento… e per giunta della stessa maggioranza della quale fa parte.
Sì, vabbè, ho voluto giocare un po’ con la storia di Quark, per rendervi questa cronaca un po’ meno “pallosa” e per strapparvi un sorriso, prima di raccontarvi nel dettaglio una vicenda che sembrava secondaria, anzi: che non avrebbe meritato l’attenzione delle cronache, se non fosse stato per quello che in realtà è: l’evidenza di una crescente frattura nella gianguideria, con malpancismi manifesti e superati limiti di tolleranza, che sfociano in momenti di palese attrito.
E qui veniamo alla storia di oggi.
Che comincia con un ordine del giorno sugli aumenti irpef e i costi della Sanità regionale, presentato da Alessio D’Egidio di Azione, che come è noto sta in Minoranza.
Dai banchi opposti, il consigliere Andrea Core illustra un emendamento, firmato dallo stesso Core e dalla presidente della Commissione Sanità, Sara Falini, nel quale si chiede di inserire, nell’ordine del giorno di D’Egidio, che ovviamente punta a pretendere risposte dalla Regione, anche la richiesta dei tempi del nuovo ospedale.
E qui, esplode la rabbia del Varani, che avrebbe voluto appropriarsi anche lui - da predatore - di quell’ordine del giorno, firmandolo, e visto che non è stato coinvolto coglie l’occasione - da opportunista - di presentarne un altro, che emenda… l’emendamento di Core.
Siamo al paradosso, all’uso strumentale dell’aula per il solo fine di apparire, alla ricerca di un attimo di notorietà anche a scapito della logica politica; all’avanspettacolo della gianguideria, all’antica sfida del “chi ce ha più lungo” nobilitato da una carta intestata col logo del Comune.
La situazione è talmente strana, che il vicepresidente del Consiglio Mario Cozzi, reggente per l’assenza di Melarangelo, sospende la seduta e poi sentenzia che no, non si può emendare un emendamento.
Varani non si rassegna, rinnova l’emendamento ma stavolta emenda direttamente l’ordine del giorno di D’Egidio, felice di aver messo il proprio nome sui titoli di coda.
Core (che tenta sempre - strenuamente - di alzare il livello del dibattito) non vota l’emendamento di Varani, ma nell’intervista che ascolterete tra qualche riga, ridefinisce i contorni di una politica che non merita di perdersi nell’inutile, tristissima rincorsa ad un lampo di visibilità.
Che non serve a nulla.
Se i varani infestano la gianguideria, serve un'azione de... Core.
Siamo solo all'inizio.
Sigla… aria sulla quarta corda, naturalmente.
ADAMO