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122933179-b9c944cf-c5d6-4b81-b0f4-3112d8db1695.jpgChi mi legge sa quanto spesso, in questi miei editoriali, io abbia punzecchiato il Sindaco D’Alberto sul suo slogan, quel suo “andiamo insieme verso il futuro” divenuto un mantra, recitato con un’eccessiva dose di ottimismo.
Oggi però, e solo oggi, dovrò dargli ragione, perché questa mattina alle 10, Teramo farà davvero un passo avanti nel futuro. 

Questa mattina, alle 10, nell’ufficio del Sindaco, sarà registrato ufficialmente il primo teramano nato da una coppia di donne. 

Che poi è una teramana, una splendida bambina… con due mamme.

Una bambina speciale, perché è appena nata, ma oggi cambierà la storia.
È la prima, perché è solo da una quarantina di giorni che una sentenza della Corte Costituzionale consente che i bambini nati in Italia da una donna che ha fatto ricorso all’estero alla procreazione medicalmente assistita, in osservanza delle leggi del Paese estero scelto, possano essere riconosciuti anche della donna che ha espresso il preventivo consenso a questa pratica e all’assunzione di responsabilità genitoriale. 

Il Paese scelto dalle due mamme teramane, è la Spagna.

Barcellona, per la precisione.

Solo oggi, dopo la firma che iscriverà ufficialmente questa bambina nei registri dello Stato Civile del Comune di Teramo, con l’espressa indicazione di essere figlia di due donne, conosceremo i dettagli, ma se è Spagna e se è Barcellona, presumo che si tratti di un caso di procreazione assistita effettuata col metodo “Ropa”, ovvero con gli ovociti donati da una delle mamme, poi fecondati in vitro con lo sperma di un donatore, e impiantati nell’altra mamma che poi ha portato a termine la gravidanza. 

Una tecnica che in Italia è consentita solo nelle coppie eterosessuali, perché il nostro Paese, ogni tanto, gli appuntamenti con la storia - e in questo caso anche con la civiltà - li manca clamorosamente.

Lo dimostra anche la nota con la quale ieri, con la stessa visione allargata che aveva già palesato in occasione dell’Abruzzo Pride, contestando l’uso della Presentosa, la presidente dell’Associazione Noi per la Famiglia, Carola Profeta, nelle vesti di responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega Abruzzo, ha criticato il Comune di Teramo.

Una nota dagli accenti di elevata modernità, che si pone a metà strada tra il malleus maleficarum e il catalogo delle torture del Sant'Uffizio.
Leggiamola insieme:
«La decisione del Comune di Teramo di procedere al riconoscimento ufficiale di un bambino nato da una coppia di donne rappresenta l'ennesimo atto ideologico che stravolge la realtà naturale della famiglia e i diritti fondamentali dei minori».
Incipit da primo capoverso di un verbale dell’Inquisizione, c’è già tutto: colpa, colpevoli e sentenza.

«Come già accaduto a Genova, anche a Teramo si dà attuazione ad una sentenza della Corte costituzionale. Solleva tuttavia interrogativi profondi sul piano sociale, culturale ed etico. Nessuna sentenza può cambiare la realtà dei fatti: un bambino nasce da un uomo e da una donna».
Qualcuno spieghi ai giudici della Consulta come nascono i bambini.

«Ogni tentativo di legittimare nuovi modelli familiari, spesso frutto di pratiche come l'utero in affitto o la procreazione medicalmente assistita all’estero, è un attacco all’infanzia». 

Vede Profeta (c’è già un che di biblico vero?), quelle che lei cita sono pratiche mediche, non modelli familiari. Facilitano la nascita, non dettano regole di comportamento familiare. E che una nascita sia un attacco all'infanzia, non lo direbbe neanche Alberto da Giussano.
«A pagare il prezzo di questa deriva è proprio il bambino, che si vede negare il diritto a crescere con una madre e un padre, in nome di un'ideologia che nulla ha a che fare con la sua tutela».

In realtà, questa "deriva" non nega un diritto a crescere, ma crea un diritto a nascere. E concede la possibilità di crescere... amati. Spero che non le sfugga la differenza.

«Serve un cambio di rotta, anche in sede europea, per fermare tutto questo». 

Ma sì, invece di preoccuparci del fatto che “in sede europea” si discute di una scellerata corsa al riarmo, stanziando miliardi in strumenti di morte, preoccupiamoci di come limitare gli strumenti di nascita.
«Stiamo assistendo a una società che procede al contrario, piegando la natura e il buonsenso a logiche ideologiche».
 È vero, pensi che c'è addirittura stato un partito che, per una curiosa logica ideologica, voleva piegare la natura creando una terra chiamata Padania...

«La Lega continuerà a battersi per difendere la famiglia naturale e i diritti dei più piccoli».

Torquemada for president
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