Non amo i numeri.
Amo le parole, il suono gradevole che fanno quelle giuste dette o scritte al momento giusto, specie quando servono a raccontare i fatti.
Per questo “faccio” il giornalista, coltivando un’arte che per me continua ad essere mestiere e non professione e che si regge sui fatti: veri, certi e verificati.
I numeri, però, possono diventare importanti, quando raccontano un fatto, ma ancora di più quando mi offrono la possibilità di smascherare un grossolano tentativo di raccontare una verità che non esiste.
Quale verità?
Il turismo a Teramo.
Anzi: l’aumento dei turisti a Teramo.
Per i teramani che mi leggono, non serve che io mi impegni nel tentativo di spiegare quale sia la “presenza turistica a Teramo”, per i non teramani tra i miei lettori, invece, mi limiterò ad una semplice metafora: trovare un turista è come trovare un porcino sotto una quercia sulla spiaggia.
Ho reso l’idea?
Bene.
Eppure, oggi, sulle pagine locali del Centro, quotidiano al quale a proposito di numeri, l’arrivo del direttore Telese non ha - a mio avviso - portato alcun beneficio, anzi: l’ha snaturato e svilito nell’improduttivo tentativo di aumentarne le copie, leggo numeri che sono meritevoli di queste mie righe ferragostane.
Anzi: leggiamole insieme:
«Un anno di vita per l'ufficio Iat (informazione e accoglienza turistica) di Teramo, con numeri incoraggianti sul fronte degli accessi: sono state 963 le presenze dal primo giugno al 12 agosto di quest'anno, contro le 1103 del periodo compreso tra il 28 giugno 2024 (giorno dell'inaugurazione dell'ufficio) e il 31 agosto 2024».
Allora, aiutatemi a fare i conti, se ho ben capito le presenze allo Iat, il centro informazioni turistiche sono state dal 1 giugno al 12 agosto di quest’anno 963, cioè 13 al giorno, mentre l’anno scorso dal 28 giugno al 31 agosto erano state 1103, cioè 17 al giorno.
Giusto?
Ho fatto bene i conti?
Già così, mi pare evidente che il trend non sia affatto “incoraggiante”, visto che non solo non crescono le presenze, ma dal 2024 al 2025 crollano del 24%, però voi controllate sempre i miei numeri… perché ve l’ho detto: non sono mai stato bravo in matematica.
E tanto che ci siete, controllate anche le parole che adesso vi offro, e che prendo da un articolo pubblicato sempre dal Centro, ma il 27 agosto del 2024:
«Un bisogno può essere raccontato da un numero. Meglio: misurato. Teramo aveva necessità di un punto di accoglienza per i turisti. Di un luogo fisico gestito da personale qualificato capace di dare informazioni e indirizzare i visitatori. Ed è un dato numerico a dirlo prima di ogni altra cosa: 1.520 accessi in due mesi nell’ufficio Iat di via Carducci…».
Quanta enfasi!
Quanta soddisfazione trasuda dalla esaltante cronaca scandita dai numeri: 1520 accessi in due mesi.
Già, ma quali mesi?
Ce lo diceva sempre il Centro:
«A due mesi dall’apertura, i numeri raccontano l’utilità dello Iat: a luglio e agosto sono stati 1.520 i visitatori che hanno varcato le sue porte…».
Ecco, luglio e agosto 2024….
Scusate, ma se nell’articolo di oggi abbiamo letto:
«…1103 presenze dal 28 giugno 2024 (giorno dell'inaugurazione dell'ufficio) e il 31 agosto 2024…» qualcosa non torna.
Dove sono finiti i 417 “turisti” che l’anno scorso avevano inorgoglito l’assessore Filipponi?
Come dite?
Saranno quelli dei primi due giorni?
Cioè 29 e 30 giugno… visto che poi si parla di luglio e agosto?
Purtroppo no, perché nello stesso articolo sempre il Centro scrive che l’anno scorso si sono registrati «…picchi di 60 al giorno nel periodo preferragostano», quindi tanto più avrebbe registrato picchi da duecento al giorno.
Torniamo ai numeri: perché i 1520 del 2024 sono diventati 1103?
Se fossi un dietrologo, penserei che il Comune abbia voluto diffondere un numero “rivisto e corretto” per alleggerire i numeri del tracollo, perché con questo dato non si passerebbe da 17 a 13 al giorno, con una diminuzione del 24%, ma da 23 a 13 al giorno, con un tracollo del 44%.
Eppure, ieri anche sua Gianguidità è andato a celebrare lo Iat, e tra le righe dell'articolo del Centro si ode gongolare tal Stefano Balloni (nella foto con l'immancabile pollicione Anni '80 che tanto piace ai selfie gianguideschi), definito "responsabile dello Iat di Teramo" (e mi piacerebbe sapere quali siano le esperienze che lo rendono meritevole dell'incarico), del quale abbiamo notato l'impegno pro-gianguideria in campagna elettorale, tanto da farcene prevedere un futuro sbarco in politica, novello Raiola.
Nell'attesa, si festeggia il "trionfo" delle 1520 presenze diventate 963.
Un grande successo: Iat avanti così.
ADAMO