Pare che nel Teramano la vera tendenza dell’autunno non sia la giacca di velluto né il ritorno del tartan. No, nelle nostre lande di terra abruzzese, il trend della moda punta sulla fascia, tricolore e non solo. Sì, la fascia, ve la ricordate?, quella che un tempo evocava il rispetto per le istituzioni e rappresentava lo “Stato” nelle sue espressioni ufficiali, è diventata il nuovo must-have da cerimonia. I sindaci se la mettono ovunque: inaugurazioni di centri estetici, tagli di nastro di garage, persino alle feste di paese dove un tempo bastava un brindisi e una stretta di mano. Ora, invece, guai a presentarsi senza la fascia: da simbolo sobrio dell’autorità, è diventata un feticcio di potere, una sciarpa magica che moltiplica selfie e fin troppo spesso sfiora il senso del ridicolo. I sindaci la indossano come fanno i rapper coi gioielli: ostentazione più che rappresentanza. E guai a dimenticarla a casa — il rischio è che qualcuno ti scambi per un semplice cittadino, e non sia mai. È il nuovo culto locale: la fascia come sacramento laico, la liturgia del potere minore. Altro che simbolo istituzionale, ormai è un accessorio da status: come il Rolex per l’imprenditore o la borsa griffata per l’influencer. Forse il tricolore, stanco di sventolare sui balconi, ha deciso di rifarsi una vita sociale. Certo è che la fascia, nata per rappresentare la Repubblica, oggi rappresenta soprattutto l’ego di chi la indossa. Forse è colpa di un malinteso patriottismo, o forse del narcisismo amministrativo che infetta anche i municipi più piccoli: l’Italia dei Comuni è tornata, ma questa volta non combatte: posa. Guardateli, i nostri sindaci tricolori, fasciati e felici, pronti a tagliare nastri come se tagliassero pezzi di Storia. Con quella convinzione tutta provinciale che basti un nastro colorato, indossato o tagliato, per sentirsi un po’ più importanti. Ma il picco del fascia - fashion si è toccato ad Atri, dove il presidente del consiglio comunale, Enrico Marini, ha deciso di convolare a nozze con la sua Nadia in completo blu e fascia presidenziale rosso verde… quella istituzionale. Un gesto simbolico, certo, ma di quale simbolismo? Tecnicamente, quella fascia la dovrebbe portare solo quando rappresenta tutto il consiglio. Quindi, in senso istituzionalmente purissimo, la sua sposa ha detto “sì” a dodici consiglieri comunali, opposizione compresa. Un matrimonio affollato, istituzionalmente parlando. A me, personalmente, la fascia del dottor Marini suona come una gaffe istituzionale, un fraintendimento del ruolo che, soprattutto, svilisce l’importanza emozionale del momento e crea un fastidioso contraltare all’altra fascia, quella tricolore indossata dal Sindaco Ferretti, l’unica che aveva diritto di presenza in quella stanza e in quel momento. L’altra, quella rossoverde, era solo un accessorio cromatico fuoriluogo e, a volerla dire tutta, anche poco intonato al completo dello sposo.
In un Paese dove le istituzioni arrancano e il simbolo dell’istituzione diventa accessorio da red carpet municipale, voglio comunque fare gli auguri agli sposi, e brindare al fatto che, mentre questa nostra Repubblica appare sempre più sfasciata, nel Teramano è sempre più… fasciata
ADAMO