Qualsiasi dolore ostinato alla schiena costituisce una giusta ragione per sospettare di vostri reni” si leggeva su quasi tutti i numeri de “La Settimana Illustrata” del 1914, e si spiegava che la debolezza e le fitte acute avvertite al dorso nel curvarsi dipendevano dai reni infiammati o congestionati. Ma c’era un rimedio, le pillole Foster, che favorivano un libero scolo dalla vescica delle impurità liberando il corpo da tutti i veleni irritanti, lasciando libero e attivo il sistema renale. Le pillole si acquistavano in tutte le farmacie, ma bisogna guardarsi dalle imitazioni. La pubblicità all’epoca funzionava così: dettagliando le miracolose proprietà dei prodotti pubblicizzati, anche sui giornali di provincia. Ma sui giornali nazionali funzionava diversamente che sui secondi. Sui primi comparivano immagini e grafiche, che dicevano: “Fate che la vita sia ancora un piacere” e aggiungevano “Date ai reni sfiniti proprio quello stimolo che loro occorre per purificare perfettamente il proprio sangue”. Le pillole curavano: “Reumatismo, sciatica, lombaggine, mal di schiena, renella, idropisia e infiammazione della vescica”. Sui giornali locali poca grafica e presenza di “testimonials”, con tanto di nome e cognome, che assicuravano quanto le pillole Foster avessero guarito in fretta i loro malanni. Quasi in ogni numero de “L’Araldo Abruzzese” del 1911 compariva quanto dichiarato da uno dei testimonial (gli influencer del tempo). Vincenzo Gambini, che abitava in via del Pensiero 8, a Teramo, testimoniava che le pillole Foster (acquistate presso la Farmacia Palombieri) lo avevano garantito da un terribile dolore al basso dorso che lo tormentava da anni e aveva curato le sue urine da tempo dense, brucianti all’emissione e nauseabonde. Insomma avevano operato un vero prodigio. Rilasciava l’attestato perché sapeva che a Teramo c’erano ancora degli increduli sull’efficacia delle pillole Foster. Una scatola, che conteneva 40 pillole) costava lire 3,50, sei scatole 19 lire. Se ne poteva anche richiedere la spedizione da Milano, pagando il relativo importo. Vittorio Petrini, abitante sempre a Teramo in via Garibaldi, Palazzo Cichetti, testimoniava che da due anni il dolore i reni non lo lasciavano dormire la notte e diverse prescrizioni mediche non avevano sortito effetto, ma le pillole Foster erano state miracolose, le urine erano tornate normali, i dolori erano scomparsi e gli era tornato l’appetito. Lo stesso certificava Clara Di Patrizio, abitante in via della Nottola, a Teramo, Palazzo Cerulli: le pillole Foster avevano fatto scomparire i suoi capogiri e i suoi svenimenti, i suoi dolori alle articolazioni, alle ginocchia e al basso ventre, che la tormentavano da quando aveva avuto il suo secondo parto, e avevano fatto tornare le sue urine chiare. Ma non c’erano solo le pillole Foster, c’era anche l’unguento Foster, e Francesco Macelli, abitante a L’Aquila, in Corso Federico, certificava sempre sul giornale teramano “L’Araldo Abruzzese” nel 1911 che aveva guarito i suoi disturbi emorroidari di cui soffriva da anni dandogli dei tormenti insopportabili. L’unguento aveva fatto scomparire il bruciore ora stava benissimo. Una scatola costava lire 3.50. Ma quale era la composizione delle pillole Foster, prodotte da una ditta di Londra, che nel 1941 venivano ancora pubblicizzate sulla stampa come efficace diuretico? Nitrato di potassio, largamente impiegato per favorire l’abbassamento della pressione sanguigna, olio di trementina, conosciuta come acquaragia, in pochissima quantità, olio di ginepro, magnesio carbonato, ampiamente utilizzato come antitraspirante, amido e talco. Nulla a che fare con il Foster che oggi viene prescritto per il trattamento dell’asma e come brocondilatatore. Nel 1950 le pillole si vendevano ancora, non in scatola, ma in un tubetto e si raccomandava l’assunzione giornaliera di 2 o 3 pillole al giorno dopo i pasti e prima di andare aletto. Qualche volta si smentiva che avessero un potere afrodisiaco. Questo ieri, oggi la situazione è diversa. Sia per la pubblicità, che avviene in altro modo e non si serve di testimonianze singole, sia per le specialità usate come diuretici. Una cosa su tutto, poca importanza veniva dedicata agli effetti collaterali, sui quali c’erano pochi studi, sì che assai spesso l’uso disinvolto di molecole (vedi acquaragia) portava alla guarigione della malattia e alla morte del malato. Ma chi bel 1911 sfogliava “L’Araldo Abruzzese” e aveva problemi poteva leggere il consiglio di chi aveva sperimentato l’efficacia delle miracolose pillole Foster.
ELSO SIMONE SERPENTINI