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teramo3.0Non è ancora una crisi di maggioranza, ma poco ci manca. Per ora, è un “mo’ basta”. Il Pd teramano, che per molte settimane ha tollerato le esternazioni dei rappresentanti di Teramo 3.0, e in particolare del segretario Cristian Francia, adesso non tollera più e ha deciso di chiedere un confronto con la maggioranza. Non è in discussione, ovviamente, la possibilità dei civici di Teramo 3.0 di assumere posizioni diverse e di stringere alleanze diverse al Comune, alla Provincia o altrove, ma i toni che ormai quotidianamente accompagnano soprattutto i post teramotrezeristi sui vari social. Post nei quali, a detta del Pd, si va ben oltre la dialettica che dovrebbe animare in maniera pur vivace il dibattito tra le forze di una stessa maggioranza, ma che si fanno troppo spesso attacchi a testa bassa contro lo stesso Pd o i vertici del Partito.
Quella del Partito Democratico, per ora, sarà una richiesta di chiarimento, cui farà eco di certo una richiesta di intervento da parte del primo cittadino, che in quanto primus inter pares dovrà farsi arbitro, ma è chiaro che qualora non dovessero cambiare i toni, la posizione del Pd potrebbe essere molto diversa. Vale la pena di ricordare, infatti, come nella maggioranza che regge la Giunta D’Alberto, il Pd sia il primo partito e Teramo 3.0 l’ultimo, e che la forza elettorale del Partito Democratico sia quasi quattro volte superiore a quella dei francisti. Il che significa che se il Pd non è sostituibile, né in giunta né in maggioranza, Teramo 3.0 lo è con la velocità di uno starnuto, specie alla luce delle venture elezioni regionali, che vedranno nuove vicinanze tra il centrosinistra legninico e alcune espressioni politiche che al momento delle elezioni erano alternative al candidato D’Alberto. Mettiamola così: se volesse, D’Alberto potrebbe cancellare l’esistenza di Teramo 3.0 dall’elenco della maggioranza, perdendo due consiglieri e un vicesindaco e acquistando tre consiglieri e un altro vicesindaco.