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poltroneteatro 2000x1200Ecco la risposta dell'acs ai solleciti del Comune sull'adempimento degli obglighi contrattuali per la gestione del teatro

Nell’interesse dell’ACS Abruzzo Circuito Spettacolo, nella qualità di legale rappresentate e Presidente del C.d.A riscontro la Vostra in oggetto per precisare quanto segue.
L’ACS, gestore del Cineteatro comunale, nonostante le difficoltà incontrate nei primi due anni di gestione dovute a questioni interpretative del contratto e ai numerosi interventi manutentivi resisi urgenti e necessari, ha rispettato tutti gli impegni contrattuali assunti con il contratto tra i quali si ricorda la copiosa ed importante programmazione culturale con iniziative con cadenze quasi quotidiane e gli ingenti interventi di manutenzioni straordinari ed ordinari che hanno reso l’edificio pubblico più sicuro ed agibile, tutte indicate nel progetto presentato in sede di gara e poi specificate nel contratto concessorio.
Durante la fase di prima ristrutturazione, necessaria per avviare l’attività culturale ed i pubblici spettacoli in sicurezza e nel pieno rispetto della normativa esistente in materia, purtroppo sono emerse una serie di criticità che non potevano essere colte in sede di sopralluogo, sia perché occulte e sia perché non rilevabili.
E’ sufficiente considerare che in fase di sopralluogo meramente visivo ed effettuato in poche ore, il Comune si è riservato di mostrare, in un altro momento, tutta una serie di documentazioni, attestazioni e certificazioni necessarie per lo svolgimento di pubblico spettacolo e per la sicurezza.
Si è verificato, inoltre, che nonostante vi fosse la documentazione attestante la regolarità e corrispondenza a livelli di sicurezza di impianti e dei locali adibiti a pubblici spettacoli, si sono resi necessari anche altri interventi sostitutivi e/o integratici con oneri in capo al concessionario, ma non previsti in contratto e oltretutto non prevedibili.
Gli interventi effettuati sono stati tutti dettagliatamente relazionati e documentati attraverso gli atti protocollati in più momenti presso il Comune e la necessità della esecuzione degli stessi sono sempre stati comunicati al Comune con invito all’immediato intervento, ma mai si è ricevuto risconto. Ci si riferisce alle seguenti pec: 14/07/2017; 19/07/2017; 02/08/2017; 29/08/2017; 13/09/2017; 21/09/2017; 26 /09/2017; 27/09/2017; 11/10/2017; 16/11/2017; 05/03/2018; 10/04/2018; 05/05/2018; 09/05/2018; 14/05/2018; 07/09/2018; 29/09/2018; 27/12/2018.
Le relazioni rimesse all’Ente rappresentano nel dettaglio tutto quanto si è realizzato con distinzione di quello che vada considerato eseguito nel rispetto degli obblighi contrattuali e quelli da imputarsi invece al locatore-concedente proprietario dell’immobile.
I lavori fuori contratto già eseguiti per un totale di circa € 45.000,00 nell’arco dei due anni, erano tutti urgenti e necessari perché strettamente connessi all’uso pubblico della struttura e la non esecuzione avrebbe impedito la continuazione delle programmazioni culturali e la emanazione di provvedimento di chiusura del Teatro al pubblico da parte degli enti preposti al controllo.
La interruzione delle attività avrebbe dunque determinano un grave nocumento al concessionario, ma anche la violazione dell’obbligo contrattuale riferito allo svolgimento degli eventi culturali.
Prima di avviare i lavori necessari il concessionario ha informato il Comune inviandolo al intervenire con immediatezza ma non ha mai ricevuto riscontro.
Si ricorda che il rapporto concessorio, pur prevedendo il pagamento in capo al concessionario del canone di locazione, pone anche esborsi per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e per la gestione culturale e amministrativa del Teatro stesso.
Il contratto, altresì, non prevede per la gestione dei servizi comunali, esborsi di corrispettivi in capo al Comune concedente.
Il corrispettivo patrimoniale, infatti, per il concessionario, deriva esclusivamente dagli introiti della gestione del teatro e quindi dalle attività culturali.
Si comprende bene come una interruzione del servizio, e quindi una chiusura del Teatro per motivi legati al funzionamento degli impianti e alla sicurezza, avrebbe determinato un grave nocumento alla concessionaria stessa, con grave perdita economica.
Nonostante il particolare sinallagma del contratto il Comune negli ultimi 24 mesi non ha mai dato riscontro alle richieste dell’ACS, né mai è intervenuta su attività di manutenzioni di competenza per evitare la interruzione delle attività, né mai ha contestato le prospettate compensazioni delle somme anticipate per lavori con i canoni di concessione.
Di fronte ad interventi urgenti e necessari extra contratto, per il corretto funzionamento del Teatro, il Comune ha l’obbligo a intervenire per evitare la interruzione delle attività e del funzionamento, in sintesi si deve adoperare per evitare danni o mancati introiti al concessionario.
Nei primi due anni di gestione non soltanto il Comune non è mai direttamente intervenuto nella struttura, ma non ha neanche mai riscontrato le numerose comunicazione, né ha espresso dissenso alla prospettata compensazione delle spese sostenute e da sostenere con i canoni di locazione.
Solo dietro sollecito della concessionaria si sono svolti due incontri presso gli uffici di competenza.
Il ritardo nel pagamento del canone concordato quindi è la conseguenza della situazione che si è venuta a verificare; un immediato dissenso da parte del Comune alla effettuata compensazione del canone con le spese anticipate per lavori extra contratto, non avrebbe generato la morosità.
L’ACS, quindi, pur non riconoscendo le affermazioni contenute nella diffida che si riscontra, in merito all’imputabilità solo al concessionario di tutte le spese sostenute extra contratto - meglio specificate nella relazione a voi rimessa con gli allegati in data 11 settembre 2018 - prendendo atto della volontà manifestata dal Comune di non volere concedere la effettuata compensazione, si dichiara disponibile ad effettuare il pagamento, con riserva di procedere comunque per il recupero delle spese sostenute per la funzionalità del Teatro comunale non ricomprese tra gli obblighi contrattuali .
In merito alla “sistemazione del locale bar” alcuna violazione contrattuale può essere imputata alla concessionaria ACS.
Come ampiamente comunicato e documentato (cfr. pec del 26/07/2017; 03/08/2017; 21/08/2017; 14/09/2017; 09/10/2017; 14/11/2017; 30/11/2017; 29/12/2017; 31/03/2018; 14/05/2018; 07/09/2018) il locale bar non si è potuto realizzare per impossibilità ad accedere alle autorizzazioni sanitarie necessarie in quanto, in fase di ristrutturazione del Teatro si è rinvenuta nel piano seminterrato una cisterna con materiale inquinante per cui si rendeva necessario la rimozione e la bonifica del terreno con rilascio della relativa certificazione da parte dell’ARTA e delle ASL.
Nonostante i vari solleciti il Comune con estremo ritardo ha rimosso la cisterna, ma non ha completato la bonifica dell’area tanto da non aver mai consegnato alla concessionaria la relativa documentazione.
Appare evidente che la concessionaria non era e non è ancora oggi nella condizione di investire su strutture per attività di distribuzione bevande e alimenti senza avere la certezza di poter poi ottenere i necessari nulla osta sanitario.
L’inadempimento è dunque in capo all’ente concedente che non ha provveduto nonostante i vari solleciti, a mettere nelle condizioni il concessionario di ottenere le necessarie autorizzazioni; senza considerare l'Atto di Giunta n. 227 del 2017 e la successiva missiva di diffida inviata il 15 settembre 2017 con la quale si intimava la rescissione del contratto e che quindi rendeva antieconomico la realizzazione del bar.
Il comportamento tenuto dall' ente concedente dunque, ha determinato la perdita di entrate economiche derivanti dalla gestione bar, controprestazione del contratto concessorio, che ha reso più gravoso in capo ai concessionari il rapporto contrattuale.
Ovviamente è pieno interesse dell’ACS realizzare il Bar nel più breve tempo possibile, e quindi si resta in attesa della comunicazione del completamento da parte del Comune di tutta la fase di rimozione e bonifica ad oggi non ancora di fatto conclusa. In merito al pagamento del canone per l’importo complessivo di euro 69.181,07 come da Voi quantificato nell’atto che si riscontro, avendo l’ACS confidato in buona fede in una possibile compensazione, e considerata la vicenda contrattuale nella sua interezza, chiede di poter adempiere con dilazione nel modo seguente:
- € 17.141,00 entro il 31 marzo 2019;
- € 17.141,00 entro il 31 maggio 2019;
- € 17.141,00 entro il 31 agosto 2019;
- € 17.346,00; entro il 31 ottobre 2019.
Resta bene inteso che il pagamento del canone, non costituisce rinuncia alcuna  al rimborso delle spese sostenute per gli interventi urgenti effettuati nell’edificio e negli impianti ritenuti essere extra contratto e di competenza del proprietario concedente, né alla richiesta dei danni derivati dal mancato utilizzo dell’esercizio bar, così come tutto meglio descritto nella relazione a voi rimessa in data 11 settembre 2018.
Sulla esatta interpretazione del contratto sarebbe auspicabile un incontro per una soluzione bonaria e ragionata, onde evitare lunghi e costosi contenziosi e anche per meglio regolamentare per gli anni avvenire le modalità degli interventi ordinari e straordinari sulla struttura e sugli impianti nonché l’attribuzione del relativo costo.
E' interesse dell’ACS migliorare i rapporti di gestione con il concedente così da poter raggiungere i migliori risultati nell’interesse di entrambi e della città.
Distinti saluti Il Presidente

Amelia Gattone