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corrado

Intorno agli anni 1955-1957, c'era l' abitudine dopo la cena di ascoltare la radio accanto al camino... una trasmissione condotta da un Corrado ai primi albori della sua notorietà ,prima radiofonica e poi televisiva,  in cui leggeva barzellette inviate dagli ascoltatori di tutt'italia. Non ricordo come si chiamasse la trasmissione e nemmeno in quale giorno venisse trasmessa, chiaro invece il ricordo di chi era intorno al camino e vicino alla radio... oltre ai miei genitori, al fratello ed alla sorella, assistevano tre zii, di cui uno Canonico al Duomo di Teramo (Don Antonio Biondi fu  un noto compositore  e direttore d'orchestra di musica sacra). All'epoca io avrò avuto13-15 anni  e alla fine della trasmissione mia mamma ci portava a dormire non oltre le 20,30.
In una di queste serate, mio padre spesso scherzoso con battute simpatiche, ci anticipò che avrebbe inviato una lettera  alla Rai la sua "migliore" barzelletta, quella abbastanza nota "lu tren d li cafun"... noi tutti sghignazzammo non credendo venisse trasmessa... La storia "de lu tren" era  questa "un contadino locale decise di andare alla stazione di Giulianova per prendere un treno che lo portasse  a rivedere dei colleghi cha si trovavano a pochi chilometri di distanza, prendendo un treno che in vita sua non aveva mai utilizzato. Arrivato  alla stazione con la sua valigetta si mise ad attendere un treno  sull' unico binario esistente (siamo negli anni '20 del secolo scorso), accanto a tanta altra gente in attesa.  Arrina un treno... e subito il Capostazione dice "Signori, in carrozza" e il nostro coltivatore diretto resta fermo. Passa un altro treno e di nuovo il Capostazione riafferma "Signori, in carrozza". Questa storia si ripete per altre  due volte, e il nostro contadino crucciato sente ancora dal Capostazione "Signori in carrozza". A questo punto , più che crucciato, il nostro coltivatore trattiene a malapena la rabbia e si fa forza chiedendo a voce alta al solito Capo della stazione "Ma quando passa il treno dei cafoni??? "
La storiella finisce qui, e naturalmente accadde che il magico Corrado leggesse alla radio questa boutade, esplicitando il nome dell' autore: Antonio Alessandrini Biondi da Teramo. C'è da dire che queste trasmissioni radiofoniche facevano ascolti impressionanti (spesso ben sopra i 20 milioni di ascoltatori) e nei giorni seguenti arrivarono tante telefonate di amici e parenti. Il giorno seguente nell'ora di ginnastica al campo sportivo, tra un salto in lungo e un salto in alto la curiosità fu diffusa anche tra ragazzi che nemmeno conoscevo. A pensarci bene, comunque, da questo episodio ironico emerge anche un pò di tristezza, se non di commozione, e non sarebbe male far riflettere su aspetti politici, sociali e culturali che magari restano ancora aperti nella nostra beneamata terra.
Vincenzo Alessandrini Biondi