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88B8651E 8FF8 45DB BC7D 52926D251B2CUn certo Bill Evans a Gìgli….mbè dai su. 

Portare sui palcoscenici regionali storici protagonisti del jazz internazionale, ma anche ciò che di meglio ribolle nel panorama attuale, affiancando ai nomi celebri contributi innovativi, freschi eoriginali di musicisti che attingono alla migliore tradizione connuove sonorità. Con questo spirito,da alcuni anni, Emiliano Di Serafino, in arte Eder”, arricchisce il panorama culturale della nostra regione. Non sempre valorizzato nel giusto modo. Anche se ancora commette errori frutto della sua spontaneità, si avverte che ha avuto un grande maestro. Il migliore. E lo dicono i fatti. “Eder” propone appuntamenti che partono dal jazz, ma sono aperti alle contaminazioni con altri generi e alla valorizzazione di culture diverse, nel segno di una musica realmente senza confini. Quando ne ha modo, i suoi programmi sono densi, arricchiti da una serie di altri eventi che sottolineano l’impegno per la valorizzazione dei giovani musicisti e artisti in generale. Quello che presenta martedia Giulianova, e non capisco perché a Giulianova e non a Perugia, Ancona, Pescara, visto che avrebbe soldoutattato ovunque, è veramente un evento di pregio. Un evento che l’assessore allo spettacolo di Teramo si è lasciato scippare evidentemente mal consigliato dai suoi “consigliore” musicali, noti esperti del settore, che hanno ascoltato l’ultimo disco nel jukebox ello Conchiglia nel 1999 e visto l’ultimo concert live nel 2000. Un appuntamento di gran pregio. Il concerto del sassofonista Bill Evans a Giulianova.

Per presentarlo mi basta dire che Evans aveva solo 20 anni quando incontrò Miles Davis, registrando con lui sei album, tra cui “L’uomo con il corno”, “Star People” e “Decoy (a lungo 1° posto nella classifica Jazz Albums word).E mi basta aggiungere che Miles Davis, cioè uno dei più influenti, innovativi ed originali  musicisti del XX secolo, l’ innovatore e genio musicale per eccellenza dotato di uno stile inconfondibile ed un'incomparabile gamma espressiva, figura chiave del jazz e della musica popolare che ,dopo aver preso parte alla rivoluzione bepop fu ideatore di numerosi stili jazz, fra cui il cool jazz, il modal jazz e il jazz elettrico o jazz rock, il musicista fondamentale per lo sviluppo artistico del jazz, insomma uno abbastanza titolato per esprimere una opinione sulla musica jazz – non come quei nostrani che ne parlano senza aver sentito mai un disco e non dico ascoltato un concerto, come è avvenuto a Teramo quando c’era la vacca da spremere - una volta disse di lui: “È uno dei più grandi musicisti che abbia mai incontrato”. Oddio penso che basterebbe questo per andarlo ad ascoltare. Ma, attenzione, Evans non è solo Davis. Dopo Davis, giusto per gradire, ha collaborato anche con BranfordMarsalis ,  John ScofieldJohn McLaughlin, Herbie Hancock, DaveGrusinRandyBrecker e rock star come Mick Jagger e Andy Summers, diventando uno dei grandi del genere fusion. E ora per la prima volta in Italia il suo ultimo progetto Spy Killers !, con un gruppo da capogiro. L’idea è del sassofonista da sempre voglioso di circondarsi di musicisti con la stessa visione della musica. Un approccio “senza esclusione di colpi” nelle esibizioni dal vivo, in cui energia pura e idee contemporanee si mescolano. Il risultato? Musica che trae nutrimento dalla fusione del jazz con suoni e suoni diversi. Il funk, ovviamente, ma anche l’anima, il R’n’B e il rock, supportati da un groove, da un ritmo, che ha fatto scuola. Il gruppo capitanato da Evans è composto da Simon Oslender alle tastiere, Claus Fischer al basso e Wolfgang Haffneralla batteria . A questo punto diventa inutile il consueto “da non perdere”

Leo Nodari

leonodari