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La rubrica “Cosa succede in città” , news su libri e spettacoli, recensioni, appuntamenti culturali , presenta per domenica 8 dicembre un gioiello inaspettato nella forma e nei risultati: Niccolò Fabi in concerto a Pescara con 'Tradizione e tradimento' il suo ultimo album da cui è tratto anche l'attuale tour nei teatri. Il cantautore romano sbarcherà al Massimo nella sera dell'Immacolata Concezione, cioè domenica 8 dicembre. Cantautore, produttore e polistrumentista, Fabi ha alle spalle una decina di progetti discografici e numerose e importanti collaborazioni artistiche presenta il suo ultimo lavoro discograficoinciso in solitudine, voce e chitarra e poco piùUn punto d’arrivo attorno a cui sono successe cose sorprendenti, che ha ricevuto un consenso  inaspettato.Un album che fin dal titolo unisce la continuità con la discontinuità, le radici con la contemporaneità. La tradizione e il tradimento, un altro piccolo grande gioiello in cui Fabi gioca con l’elettronica, che si innesta sulle sue parole e sui suoni più classici. Apparentemente la tradizione sono gli strumenti acustici, il rumore di legno che senti quando usi una chitarra o un piano, mentre e il tradimento è l’uso di sorgenti sonore elettroniche e il tentativo di aggiungere dei disturbi digitali ad un suono analogico. Fabi ha iniziato ad incidere il disco in parte ad Ibiza, negli studi dell’amica di infanzia Costanza Francavilla, che ha lavorato molto sull’elettronica minimale: secondo le sue prime intenzioni doveva essere un disco ancora più deciso nella sua componente sperimentale, e da queste sessioni arrivano brani come “Amori con le ali”, che cita il compositore contemporaneo tedesco Nils Frahm nell’uso dell’arpeggiatore, lo strumento che pervade il brano. In seguito Fabi è tornato a Roma e ha lavorato ancora con i vecchi “partner in crime” Roberto Angelini e Pier Cortese - che come lui sono cantautori, ma con un’idea di composizione che non è solo centrata sulla prevalenza della parola. Da lì brani come “Scotta”, con una stupenda coda Il risultato è un disco complesso e semplice allo stesso tempo, anche nella componente verbale, in cui Fabi mette in pratica il motto che canta in “Prima della tempesta": “Cominciamo ad insegnare la gentilezza nelle scuole”.  L’album racconta in maniera delicata e forte temi attuali come il ruolo della musica, oggi (“L'arte non è una posa ma resistenza alla mano che ti affoga”, canta in “Scotta”) o le migrazioni, ma mai con polemica diretta.  Il tema dominante del disco è il rapporto con chi ci sta attorno, che ricorda l'esistenzialismo. La risultante finale è l’umanità, l’accoglienza del diverso e di chi è lontano da te. Ma questa è la conseguenza ultima. Come si porta un disco del genere dal vivo?  Il tour sta andando bene sulla fiducia, provando comunque a scardinare qualche rituale consolidato del concerto. Stimolando il pubblico a qualcosa di diverso, che assomigli di più ad una performance artistica.