INCHIESTA TERAMO BASKET: INDAGATO CARLO ANTONETTI
A due anni dall'avvio degli accertamenti della polizia tributaria sulla Teramo Basket la Procura di Teramo chiude l'inchiesta sulla società sportiva (attualmente ancora in liquidazione), firmando l'avviso di conclusione delle indagini e confermando le ipotesi di reato a carico dell'ex presidente Carlo Antonetti, indagato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, e degli allora rappresentanti legali delle divisioni di atletica leggera della società, Antonio Biancacci (per la divisione "Costante Bernardini"), e Luca Di Polidoro (per la divisione "Tiberio Cianciotta"), questi ultimi due indagati per emissione di fatture per operazioni inesistenti. Secondo l'accusa, titolare del fascicolo il pm Stefano Giovagnoni, le due associazioni satellite della Teramo Basket avrebbero infatti prodotto fatture per operazioni inesistenti per circa 500 mila euro per quanto riguarda la divisione "Bernardini" e per circa 700 mila euro per la divisione "Cianciotta", giustificandole con soldi ricevuti dalla stessa Teramo Basket per lo svolgimento delle loro attività. Operazioni inesistenti, per la Procura, con le fatture successivamente utilizzate da Antonetti, sempre secondo l'accusa, nelle dichiarazioni annuali della società sportiva per un recupero indebito di parte dell'Iva. L'inchiesta era partita alla fine del 2013 sulla scorta di alcuni accertamenti della polizia tributaria e si era concentrata su tutta la contabilità della Teramo Basket. Sotto la lente di ingrandimento sia i contratti di sponsorizzazione, successivamente stralciati e con le relative posizioni vicine ormai all'archiviazione, e i rapporti con le divisioni di atletica leggera rispetto i quali la Procura ha ritenuto sospette tutta una serie di operazioni. Tanto da iscrivere nel registro degli indagati sia Antonetti sia Biancacci e Di Polidoro. Nell'ambito della stessa inchiesta nel 2014 la Procura aveva chiesto il fallimento della Teramo Basket motivandolo con un debito di quasi due milioni di euro con l'erario. Istanza rigettata dal giudice Giovanni Cirillo a febbraio di quest'anno, in quanto quel debito risulterebbe solo da accertamenti di polizia tributaria non confermati da procedimenti giudiziari. La società è ancora in liquidazione.