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marroniIl Comune di Teramo ha deciso di mettere in campo contro i bambini che frequentano le mense scolastiche una odiosissima forma di violenza psicologica consistente nell’emarginare il bambino che non sia in regola con il pagamento della retta, precludendogli la normale vita di relazione e vietandogli l’accesso alla mensa insieme a tutti i suoi compagni di classe. Lo scrive in una nota il consigliere comunale: Maria Cristina Marroni. Una decisione che viola in maniera cruenta il diritto alla vita sociale dei bambini, di fatto esclusi, estromessi, ostracizzati, ghettizzati come al tempo delle leggi razziali di mussoliniana memoria. La decisione di rivalersi sui nostri figli, creature indifese e nel pieno dello sviluppo psico-sociale, per recuperare i crediti del servizio mensa (peraltro quantificabili in misura irrisoria rispetto agli ordini di grandezza del bilancio comunale) rappresenta la cifra stilistica, intellettuale e umana della Giunta Brucchi. Non sono indignata solo in quanto consigliere comunale, perché ho dovuto assistere a bassezze e iniquità di ogni genere, ma sono indignata soprattutto in quanto mamma, e siccome il sindaco ha pure lui dei figli in età scolare, mi suscita ribrezzo e raccapriccio che un genitore come lui abbia soltanto potuto pensare una sevizia di così perfido livello sociale e psicologico. Il cartello affisso nelle scuole e nelle mense comunali – a firma dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Piero Romanelli e del Dirigente del VI Settore Cristina Di Gesualdo – è di tenore inaccettabile: nel caso non venissero regolarizzati “immediatamente” i pagamenti il Comune minaccia ripercussioni così letteralmente enunciate: “i minori non saranno ammessi a fruire del pasto da giovedì 29 ottobre p.v.”. Cioè da ieri. Non solo scrive ancora la Marroni. Alcuni genitori riferiscono una ulteriore irregolarità, anch’essa di particolare gravità: quella di essere stati contattati telefonicamente dalle maestre, soggetti del tutto estranei ai rapporti contrattuali ed economici che intercorrono fra i fruitori del servizio ed il Comune erogante. È evidente a chiunque che le maestre debbano occuparsi in via esclusiva della didattica e di gestire i rapporti con i bambini in maniera equa, paritaria ed imparziale, a prescindere dalle condizioni socio-economiche degli alunni e dagli eventuali problemi amministrativo-finanziari che i loro genitori dovessero avere con il Comune di Teramo. Così come è evidente a chiunque che di tali problematiche debbano occuparsi il Preside e/o il personale amministrativo della scuola, unitamente agli uffici comunali preposti al servizio mensa erogato nelle scuole. Ne discende che risulta di gravità inaudita il fatto che le maestre vengano coinvolte in problematiche non di loro competenza, problematiche che dovrebbero essere per loro del tutto estranee anche per evitare che insorgano odiose situazioni di favoritismi, o peggio ancora situazioni di emarginazione e di difformità di trattamento degli alunni, a cagione ed in conseguenza degli eventuali problemi economici che dovessero avere le loro famiglie. Tali comportamenti, oltre a violare le norme sulla privacy, causano ingiusti danni psicologici sia alle famiglie, sia soprattutto ai bambini che dovessero vedersi esclusi dalla partecipazione al rito comunitario della mensa, con traumi non quantificabili che appare intuitivo immaginare. Pertanto, mi affretto ad inoltrare al protocollo del Comune la sottoriprodotta interpellanza per sollecitare il sindaco a rendere noti i motivi degli indirizzi eventualmente impartiti agli uffici comunali, oppure ad acclarare l’eventuale decisione autonoma del competente dirigente ad avviare tale infausta procedura, del tutto arbitraria ed ingiustificata sotto tutti i profili (sociali, giuridici, umani e psicologici). Qualora il Comune non intendesse revocare “ad horas” tale inqualificabile indirizzo, provvederò personalmente a recarmi presso la locale stazione dei Carabinieri onde denunciare l’accaduto e chiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine a immediata tutela dei bambini nei confronti dei soprusi messi in atto dall’Amministrazione comunale. Nell’augurarmi un atto di resipiscenza da parte di Brucchi, preannuncio che l’interpellanza – ai sensi dell’articolo 43 comma 6 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale – verrà subitamente “trasformata in mozione da sottoporre alla votazione del Consiglio” stesso conclude la Marroni.