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caccioniojkIn riferimento agli esagerati costi della riabilitazione fornita da strutture private accreditate extra-regionali, l’associazione italiana fisioterapisti della regione Abruzzo stigmatizza pesantemente questo mal costume della sanità abruzzese che, tra l’altro, interessa un po’ tutta la sanità regionale che non riesce proprio ad arginare le pesanti spese susseguenti alla mobilità passiva delle proprie persone assistite. Lo scrive in una nota il Presidente dell’AIFI Abruzzo Alfredo Caccioni che prosegue: "In particolare e per quanto concerne appunto la spese extra regionali della riabilitazione che nella ASL di Teramo sfiorano i tre milioni di euro, possiamo affermare con certezza che questa folle spesa è da addebitarsi quasi totalmente al crescente e stucchevole fenomeno delle sempre più esorbitanti liste d’attesa del settore. In pratica, le persone assistite che non riescono ad usufruire in tempo debito dei necessari trattamenti riabilitativi, muniti di regolare impegnativa autorizzata si rivolgono a strutture private accreditate extra regionali delle confinanti Marche, venendo subito prese in carico per poi essere immediatamente trattate. Va anche detto che in questo settore assistiamo, anche se con minore intensità, all’effetto contrario con persone assistite di oltre confine che vengono a svolgere i propri trattamenti in strutture accreditate teramane. Quanto appena esposto evidenzia in maniera ineccepibile che:
  • La ASL di Teramo spende troppo nella riabilitazione extra moenia perché non riesce ad abbattere le relative liste d’attesa.
  • L’eventuale recupero delle spese extra regionali basato su un ipotetico aumento delle prestazioni riabilitative offerte nel teramano non risolve il problema perché la ASL di Teramo spenderebbe comunque i soldi che spende adesso in maniera indiretta rispetto ai budget regionali stabiliti.
Detto questo, ribadiamo che è necessaria una riforma epocale della riabilitazione offerta sul territorio teramano, e non solo, imperniata sull’abbattimento dei costi di quest’ultima. Per fare questo bisogna prendere in considerazione modelli organizzativi e di gestione delle attività sanitarie territoriali di tipo europeo basati sulla libera professione dei fisioterapisti, ma anche di altri professionisti sanitari della riabilitazione, al diretto servizio delle ASL. Un concetto provvidenziale in tale scopo che, per quanto efficiente, efficace ed economico nella sua attuazione,  molti interessi consolidati continuano ad ignorare e ad ostacolare senza però proporre soluzioni definitive ai problemi sopra enunciati", chiude il Presidente dell’AIFI Abruzzo Alfredo Caccioni.