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comune maggioranzaCertastampa pubblica in esclusiva il documento che circola tra le forze di maggioranza che dovrebbero sottoscrivere in giornata al massimo domani, ovvero Forza italia (che è il partito del Sindaco e che non lo sottoscriverà), "Teramo soprattutto" di Dodo Di Sabatino, Ncd degli assessori Tancredi e Misticoni...mentre sembrerebbe ancora sospeso il giudizio (e quindi la sottoscrizione) da parte di Fratelli d'Italia. Il documento, lungo e articolato, è riassumibile facilmente in tre punti. Il Coordinatore provinciale Vincent Fanini (che dovrebbe essere solo il referente provinciale) invita a spiegare che Forza Italia Teramo non ha firmato alcun documento della Maggioranza qui da noi riportato e che non lo firmerà. Al massimo ne verrà sottoscritto uno nuovo a sola firma di Forza Italia. Alla fine non hanno firmato il documento: Forza Italia e Fratelli d'Italia. 1) È un libro dei sogni. Sarà davvero difficile riuscire ad imporre a questa maggioranza, drammaticamente condizionata dalle contingenze e dalla gestione del quotidiano, quel volo del pensiero politico che il documento auspica. Le aspirazioni sono altissime. Servirebbero politici in grado di volare...ma la squadra che sostiene Brucchi vola poco e male. 2) Gatti smettila. Pur senza citarlo, il documento striglia il leader di Futuro In e, più in generale, tutto il culto della personalità che anima la politica gattiana. E non solo, violenti anche i richiami alla gestione di altri settori (manutenzioni e cultura) gestiti dai gattiani. 3) Brucchi, fuori gli attributi. Con la citazione di Platone, il documento di Fi, Ncd e TS sembra voler scuotere il Sindaco, invitandolo a riprendere il suo ruolo e a non essere ostaggio dei suoi alleati.   Ecco il documento integrale:   I Gruppi Consiliari delle seguenti liste “NCD - Nuovo Centro Destra”, “Teramo Soprattutto” a seguito delle gravi vicessitudini che hanno interessato la vita politico amministrativa del Comune di Teramo, ritengono necessario, ancorché improcrastinabile, specificare ai cittadini la posizione dei medesimi e ribadire al resto della maggioranza quali sono i punti programmatici sui quali si è fondato l’appoggio alla candidatura del Sindaco, nonché sull’atteggiamento che si confà all’amministratore della cosa pubblica. A dispetto delle differenti rappresentanze detenute nell’ambito della Giunta, la gestazione del presente documento nasce dalla profonda ed autentica motivazione che anima i firmatari, riconducibile in esclusiva all’attenzione ed al rispetto che si deve a questa Città nel ben amministrarla, rifuggendo maldestri e malcelati tentativi di sottrazione alle proprie ineludibili responsabilità di governo. Ciò premesso, la Politica e la buona amministrazione non debbono mai essere barattate con l’ottenimento di incarichi personali, che giustifichino ad ogni costo, la permanenza nel ruolo per il quale si è stati designati, di tal ché appare di tutta evidenza che la presente esperienza politico amministrativa durerà finché vi sarà ancora un minimo di decoro e di dignità da difendere. Alla semplificata logica dei numeri, come unico strumento di autoregolamentazione delle forze politiche in campo, il presente documento intende dimostrare che la Politica si fa con il pensiero prim’ancora che con le azioni, delle quali forniremo proposte nel corso del presente elaborato. Prendendo a spunto il programma elettorale della coalizione, riteniamo esporre la nostra visione della Città di Teramo, facendo esplicito riferimento a quelli che sono i punti nevralgici sui quali aprire un dibattito e sui quali effettuare delle scelte determinanti per il futuro della nostra comunità. La Città deve ricostruire la propria identità attraverso la rigenerazione dei rapporti istituzionali e non solo, con l’Università di Teramo, con l’IZS, con la ASL, con la CCIAA e con tutte le eccellenze e le istituzioni presenti a vario titolo sul territorio, al fine di trarne vantaggio in termini di attività propulsiva, anche mediante l’istituzione di un tavolo permanente, e soprattutto valutando senza retro pensieri, la bontà delle iniziative progettuali che nasceranno da questo proficuo confronto, delle quali ci faremo promotori con un ampio ed approfondito dibattito. Riteniamo altresì, che la Città debba riscoprire il culto del bello, in un unico ed armonioso sentimento di appartenenza, che unisca le variegate e morfologicamente diverse rappresentanze delle frazioni alla valenza storica ed architettonica del centro cittadino; a tal proposito appare, quindi, indispensabile restituire forza e ruolo ad uno strumento fondamentale qual è quello dell’urbanistica. E’ innegabile che la Città versi in una condizione di stallo sotto il profilo economico, caratterizzato da negozi sfitti, da attività economiche in difficoltà, dallo spopolamento del nucleo industriale, fattori che, complice una crisi di sistema quasi irreversibile, amplificano le complessità nella risoluzione dei problemi; occorre pertanto stringere un patto viscerale tra l’impresa privata e l’amministrazione pubblica, concertando misure e azioni volte alla mitigazione degli effetti nefasti prodotti dal momento congiunturale vigente. La Città deve riscoprire la propria vocazione turistica, esaltando i tratti essenziali della sua tradizione: culinaria, artistica, musicale, museale, religiosa e storica, inserendo Teramo in un circuito nazionale e transnazionale che ne valorizzi le identità e le vocazioni. Un ulteriore elemento sul quale intendiamo fornire una lettura dell’esistente, è rappresentato dalla gestione del patrimonio, che non può essere intesa come mera assegnazione di immobili comunali in funzione delle pur legittime richieste di chicchesia, ma, che, al contrario, debba finalmente costituire un elemento di forza nella gestione intelligente ed economicamente apprezzabile delle risorse endogene del Comune, o, in alternativa, di una trasparente destinazione di utilizzo che contemperi le reali esigenze sociali. A proposito di welfare, si propone di continuare a compiere la vera integrazione socio sanitaria investendo nella realizzazione di centri diurni che possano veramente fornire sollievo alle famiglie e praticare un’integrazione sociale per disabili e anziani. Con riferimento alle condizioni di disagio, l’amministrazione deve continuare a credere nella potenzialità e nel valore sotteso alla capacità di dialogo intrapresa con il terzo settore, garantendo uno stimolo e non un sussidio, all’inclusione ed al rilancio delle famiglie in difficoltà, non solo dal punto di vista strettamente economico, ma anche sotto il profilo valoriale. Con riferimento al rapporto con le società partecipate, stante la complessità del medesimo e attese le sostanziali modifiche apportate dalla normativa vigente, che ne ha fortemente ridisegnato la valenze strategica, si ritiene che il controllo analogo debba essere espletato nelle modalità più asettiche possibili, al fine di preservare il valore della partecipazione, sia in termini economici che in termini di rappresentanza sociale; a tal proposito sarebbe auspicabile che il Sindaco si spogliasse della delega relativa ai rapporti con le società partecipate, individuando una figura terza nell’ambito del proprio esecutivo. Per quanto concerne lo stato delle manutenzioni e del complessivo decoro urbano della città, riteniamo che qualunque intervento, ancorché richiesto dal singolo cittadino, debba essere soggetto ad una valutazione tecnica asettica basata solo ed esclusivamente sul grado di priorità da attribuire a ciascuno essi in base alla necessità oggettiva, rifuggendo le derive di vario genere. Noi siamo fortemente convinti che il recupero urbano degli spazi quali, il teatro romano, il mercato coperto, l’ipogeo, l’ex ospedale psichiatrico ed il parco fluviale, debba preservare le istanze e le pulsioni della collettività, rappresentando il collettore di idee e sviluppo culturale e socio economico. In conclusione, il richiamo al “bene comune” ed all’“interesse generale”, non può prescindere dalla necessità di un forte segno di discontinuità rispetto all’indecoroso esercizio offerto nei giorni passati, finalizzato all’elaborazione di uno sterile vocio che ha, di fatto, sostituito il laborioso e silente attivismo quotidiano, nel quale dovrebbe essere impegnato colui che intende farsi chiamare pubblico amministratore. Parafrasando Platone nella “Repubblica”, “...E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti dei vecchi e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, in nome della medesima non vi è più riguardo, né rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta:” lo spettro del commissariamento!