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D'ALBERTOMentre la città, in prossimità dell’approvazione di un bilancio di previsione che si annuncia massacrante, affonda in una situazione drammatica, assistiamo quotidianamente a questa triste e stucchevole comunicazione epistolare pubblica tra i gruppi politici del centrodestra cittadino e l’ormai sfiduciato Sindaco Brucchi. Quanto dovrà durare ancora questo deprimente spettacolo? Quanto dovrà durare ancora questo gioco del cerino che viene sistematicamente messo in atto dai capibastone del centrodestra teramano che tentano disperatamente di scaricare le responsabilità di un fallimento che è figlio di una pessima gestione politica durata oltre dieci anni e giunta finalmente al capolinea? A ben vedere, gli stessi documenti e decaloghi che vengono pubblicizzati come proclamazioni di una verginità politica ormai irrecuperabile altro non rappresentano se non l'autocertificazione impietosa della fine del disastroso “Modello Teramo” e dei suoi protagonisti, precedenti ed attuali. Ma veramente gli azionisti di maggioranza del centrodestra teramano pensano di riuscire nel ridicolo tentativo di attaccare la giunta comunale e il sindaco salvando contestualmente sé stessi e i propri Assessori, presenti e passati, dal naufragio politico, amministrativo ed economico a cui hanno condannato questa città? Chi sta pagando le conseguenze di questi balletti, di questi giochi sono i cittadini teramani. A differenza di quanto dice il Sindaco, la crisi del centrodestra non è solo un fatto politico interno alla maggioranza, in quanto si ripercuote sulla inesistenza dell'attività amministrativa, sulla incapacità di rispondere ai problemi, sul fatto che i temi trattati sono tutti interni, autoreferenziali e funzionali alle questioni di potere e a giochi di poltrone dello stesso centrodestra. Al di là delle parole e di queste inaccettabile operazioni, è ormai palese il dato politico, rispetto al quale il Sindaco deve assumere le proprie responsabilità e prendere atto che, già da tempo ma soprattutto dopo le ultime vicende, non ha più una vera maggioranza politica che lo sostiene. Ma, a prescindere  dal dato squisitamente numerico secondo cui i tre gruppi rappresentati in Giunta (FI, NCD e Futuro IN) contano oggi solo 12 consiglieri, non esiste più il legame con il mandato elettorale del 2014, che si è ormai sfaldato e che non può più giustificare i tentativi disperati di prolungare una già pesante agonia per i cittadini. Si è ormai rotto definitivamente il rapporto di fiducia tra questo Sindaco, questa Giunta, questo centrodestra e i cittadini teramani. E in questo contesto, come rappresentanti del Partito Democratico, oggi più che mai, in coerenza con l’azione di opposizione svolta in questi anni, abbiamo il dovere di assumere, nell’interesse esclusivo dei cittadini, l’onere e l’onore di rappresentare la forza politica trainante di un progetto per la nostra città nuovo, inclusivo e aperto a tutte le istanze civiche e sociali che chiedono la costruzione di un’idea di città e di amministrazione fortemente e nettamente alternativa, nel merito e nel metodo, a quella assolutamente fallimentare posta in essere dal centrodestra cittadino negli oltre 10 anni di modello Teramo. Non lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo esclusivamente alla nostra città.   Per il Gruppo consiliare del Partito Democratico al Comune di Teramo Il Capogruppo Gianguido D'Al