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L'Ass.ne Culturale NUOVE SINTESI in collaborazione con ARTEMIA EDIZIONI con il Patrocinio del Comune di Bellante Presenta il Romanzo Storico: "LA RIVOLTA DI CASTELLI" Sarà presente l'autore, lo storico e saggista Elso Simone Serpentini GIOVEDì 11 AGOSTO 2016, ORE 21.00 SALA CONSILIARE "AURELIO SALICETI - BELLANTE PAESE (TE) "Il 3 agosto 1716, trecento anni fa, a Castelli i cittadini, non solo i vasari e i maiolicari contrari a che il Marchese della Valle Siciliana, Don Ferdinando Paolo Alarçon y Mendoza, si appropriasse di tutti i proventi dell’odiata tassa sulle maioliche, si rivoltarono contro gli uomini in arme inviati a far rispettare un’imposizione ritenuta ancor più ingiusta di tanti altri balzelli. Non erano ancora maturate le idee di libertà, di eguaglianza e di fraternità che 73 anni dopo portarono alla Rivoluzione Francese, ma c’erano la rabbia contro un potere arrogante e insopportabile, un senso di rivolta contro una tassa odiata e ritenuta ingiusta. La tassa sulle maioliche, che il Marchese della Valle Siciliana voleva esigere interamente a proprio beneficio, era un vero e proprio attentato per l'economia delle tante piccole botteghe artigiane già costrette ad affrontare un difficile momento economico e un mercato diventato asfittico. Erano insopportabili anche la durezza e la crudeltà di Don Girolamo Oddoni, Erario del Marchese, chiamato sprezzantemente “il gobbo di Isola”, che a suo nome e per suo conto affliggeva con una continua esazione di tasse e di balzelli e rinchiudeva nelle sue carceri indistintamente colpevoli e innocenti, rei e testimoni, tenendoli alle catene a morire di stenti.  Quando, quel 3 agosto 1716, si presentarono a Castelli gli uomini del Marchese, una masnada di sgherri, scherani, sbirri e briganti calabresi, per sottomettere i riottosi Reggenti dell'Università e i popolani renitenti all'obbedienza e alla sudditanza, la ribellione scattò inesorabile. Gli uomini del Marchese vennero respinti, sconfitti, sbaragliati, gli scontri furono aspri e cruenti e la vittoria arrise, almeno momentaneamente, ai castellani, guidati dal loro artista ceramista più rinomato e destinato alla celebrità: Francescantonio Grue. Il ricordo della ribellione è restato nei secoli, a testimoniare l'ansia di riscatto di una comunità che trovò la forza di opporsi all'ingiustizia e a chi voleva imporla con la prepotenza e con l'imperio. Nella narrazione della rivolta che Elso Simone Serpentini fa della vicenda, viene utilizzata una forma che si rifà al genere del romanzo storico e risulta perciò più avvincente di quanto potesse essere un saggio abbarbicato a documenti - peraltro scarsi - a note a pie' di pagina e a noiose considerazioni. La rivolta di Castelli diventa così nelle pagine di Serpentini materia viva, basata su precisi riferimenti di persone, luoghi e fatti, ma interessante nella ricostruzione di avvenimenti e di atmosfere di un passato ormai lontano trecento anni, che però è più vicino a noi di quanto possa apparire".