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«Basta con i tagli alla scuola pubblica! Basta con i tagli alle scuole della provincia di Teramo!». Comincia così, in modo accorato, una lunga nota a firma dei sindacati provinciali della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals-Confsal), che arriva  dopo la notizia che l'organico dei docenti nel Teramano, nell'anno scolastico 2017-18, sarà tagliato di ulteriori 18 unità (in merito già il presidente della Provincia ha scritto al Ministro per denunciare la situazione proprio qualche giorno fa). Scrivono i sindacati: «Dal 2009 al 2016 (con tagli fatti ogni anno) abbiamo perso in organico più di 500 docenti ed è impossibile proseguire così perché le nostre scuole sono stremate. Dilaga un terribile malessere nel corpo docente perché si vive nella drammatica difficoltà di non essere nelle condizioni di garantire l'offerta formativa e la qualità dell'insegnamento. I tagli agli organici hanno determinato l'aumento degli alunni per classe e il mancato rispetto dei numeri in presenza di alunni con disabilità. Non è in nessun modo accettabile una classe di 33 alunni o di 28 con la presenza di alunni disabili. Non è possibile che non sia autorizzata la formazione delle classi nelle zone di montagna e, addirittura, non sia consentita l'apertura della classe prima allo storico, e unico nella nostra regione, liceo artistico "Grue" di Castelli». La nota ricorda come dopo il terremoto vi siano stati «tanti incontri con esponenti politici di rilievo. È venuta a Teramo anche la ministra Fedeli. Abbiamo detto a tutti che l'Abruzzo non può sopportare nessun taglio di posti per l'anno scolastico 2017/18 e che le scuole del Teramano sono stremate dai problemi. Ma sembra che le nostre parole non siano state ascoltate perché a tutt'oggi non è giunta alcuna revoca del taglio fatto dal ministero e le operazioni per applicare i tagli vanno avanti. La presenza dei politici e dei grandi dirigenti è stata solo una pubblicità elettorale?». La richiesta dei sindacati è esplicita: «È urgentissimo restituire i 54 posti tagliati nel 2016/17 e 2017/18! Se ciò non accade sarà una vergogna e una gravissima responsabilità della politica. Facciamo un appello a sindaci e amministratori locali affinché tutti insieme scendano immediatamente in campo per difendere la sopravvivenza della scuola. Se non vengono restituiti i posti adesso, quando la scuola riaprirà a settembre le famiglie comprenderanno meglio i disastrosi effetti dei tagli e ci sarà la rivolta. Chiediamo anche al prefetto di Teramo di esaminare il quadro dettagliato della situazione e di intervenire a tutela del servizio pubblico». La nota riporta poi i casi definiti «più gravi». Nella scuola dell'infanzia ci sono 16 sezioni con una unica insegnante a 5 ore, quindi i bambini entreranno alle 8 e usciranno alle 13. Nella scuola primaria ci sono 23 pluriclassi (anche dalla prima alla quinta) con più di 18 alunni (numero massimo previsto) e con la presenza di alunni H. Ripattoni avrà una classe terza con 28 alunni di cui due disabili gravi. Nella media Colledara (cratere) non avrà la classe prima. Gli alunni dovranno andare a Isola del Gran Sasso. Gli alunni di Castilenti dovranno andare a Bisenti. Pineto, Roseto, Giulianova e Castellalto avranno meno classi. Nella superiore all'Artistico "Montauti", allo Scientifico annesso al Convitto e al "Pascal-Comi-Forti" ci saranno classi con 33 alunni e un disabile. All'Omnicomprensivo di Sant'Egidio non ci sarà la classe prima all'unico indirizzo Moda della provincia e la classe terza avrà 29 alunni con 3 disabili. Tutti casi, secondo i sindacati, oltre i parametri previsti dalla legge.