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Il coordinamento dei quartieri di Teramo scrivono una lettera (che di seguito riportiamo) con la quale viene chiesto al sottosegretario Borletti Buitoni e al Ministro Franceschini di nominare un commissario per fare in modo che non vengano persi i fondi per il Teatro Romano. Ecco la lettera:   Recupero e restauro teatro romano. Richiesta di verifiche e controlli ai sensi dell’art. 12 della Convenzione stipulata tra il Comune di Teramo e il MIBACT approvata con delibera di G.C. n. 114 del 04.05 2017. Richiesta di nomina Commissario ad Acta. Pregiatissima, la Sua visita a Teramo del 07 giugno 2017 per capire i tempi di recupero e di restauro del teatro romano creò nella cittadinanza un forte entusiasmo sulla realizzazione dell'opera. La scrivente Associazione Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo, congiuntamente all'Associazione Teramo Nostra e all'Associazione Demos manifestò nella circostanza dubbi sulla volontà dell'Amministrazione Comunale di Teramo nell'intenzione di concludere l'iter amministrativo del procedimento, il cui progetto risulta finanziato per € 3 mln (€ 1,5 dal Ministero Beni Culturali e € 1,5 mln dalla Fondazione Tercas). L’opera di recupero e di restauro del teatro romano sono attività fondamentali per lo sviluppo turistico e per il rilancio della città di Teramo in considerazione dell'importanza storica e culturale del bene. Nell'occasione della Sua visita, il Sindaco di Teramo, Dott. Maurizio Brucchi, tra lo scetticismo generale dei presenti, dichiarò pubblicamente che entro il mese di giugno sarebbe stato presentato il progetto definitivo; cosa che puntualmente non è avvenuta. Lei sottolineò che per la felice conclusione dell'iter amministrativo sarebbe stato fondamentale il rispetto dei tempi e che a tal fine sarebbe stata particolarmente attenta ad ogni contraria evenienza e che in caso di inerzia e/o di intoppi di natura burocratica sarebbe direttamente intervenuta. Sono trascorsi inutilmente quasi venti anni dalla realizzazione dell'idea progettuale e da allora nulla è cambiato e la  presenza dei due palazzi che insistono sul teatro romano sono il segno dell'inerzia e dell'indifferenza. Di recente, si è appreso dagli organi di stampa persino che l’amministrazione comunale  di Teramo avrebbe affidato ad un architetto locale l’incarico di  avviare i lavori di messa in sicurezza di palazzo Salvoni, per il quale, i proprietari sarebbero in attesa di ricevere l’erogazione del contributo per il terremoto del 2009. Tale motivo lascia trasparire che l’amministrazione comunale, non avendo avviato, ad oggi, ancora alcun procedimento espropriativo, stia creando le condizioni, mirate alla difesa di meri interessi particolari a danno della intera città, per non demolire né palazzo Salvoni e né la parte restante di palazzo Adamoli che attualmente fungono da contrafforte e che insistono sui resti murari del teatro romano. Tale demolizione è prevista nello studio di fattibilità che è alla base della richiesta di finanziamento e della sottoscrizione della convenzione, così come approvata con delibera di Giunta Comunale n. 114 del 04 maggio 2017. Si fa presente, che ai sensi dell’art. 10 della predetta convenzione, il beneficiario del finanziamento, ovvero il Comune di Teramo, si è impegnato a rispettare l’obbligo di inviare trimestralmente le informazioni relative all’avanzamento delle opere pubbliche alla BDAP (Banca Dati Amministrazioni Pubbliche) istituita presso gli uffici del MEF/RGS. Al riguardo, le associazioni che operano per il rispetto del progetto approvato ad unanimità nel 2010 dal consiglio comunale hanno conferito apposito mandato all’Arch. Raffaele Raiola, portavoce per la città di Teramo dell’Associazione Culturale DEMOS, di verificare lo stato delle procedure attraverso l’istituto partecipativo previsto dalla norma mediante la formale richiesta di accesso agli atti. Allo stato, emerge che risulterebbe approvato solo uno  studio di fattibilità dell’opera, così come confermato solo da ultimo dall’amministrazione comunale a seguito dell’interessamento del difensore civico regionale a cui si è dovuti ricorrere per l’ottenimento di diversi atti pubblici richiesti e non ottenuti, senza peraltro addurre alcuna motivazione, nonostante i continui e reiterati solleciti inviati con note da parte dello stesso difensore civico regionale, non ultimo quello del 29 giugno 2017. Per le gravi incongruenze amministrative riscontrate e per quanto sopra rappresentato, le associazioni Teramo Nostra e il Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo chiedono che la procedura di intervento finalizzata al recupero e al restauro del teatro romano venga gestita direttamente da codesto Spett. le Ministero mediante la nomina di un Commissario ad Acta per porre la parola fine a questa penosa farsa a cui i cittadini teramani sono costretti ad assistere da oramai tantissimi lunghi anni. Pertanto, al fine di evitare la perdita di importanti finanziamenti per la città, la scrivente Associazione Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo chiede che il Ministero, attraverso la nomina di un Commissario ad Acta, avvii il controllo degli atti e dei documenti amministrativi, in quanto l’amministrazione comunale nell'approvare il testo della convenzione, all'art. 8, si è impegnata altresì ad avviare le procedure di gara per l’attuazione degli interventi entro otto mesi dalla sottoscrizione del disciplinare. Tanto dovevo, con osservanza. Il Presidente Coordinamento Comitati Quartiere di Teramo F.to Giuliano LUCENTI