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Donatella di Pietrantonio con L’Arminuta (Einaudi) ha vinto la 55/ma edizione del Premio Campiello. La scrittrice teramana (è nata ad Arsita nel 1963) ha avuto 133 voti sui 282 arrivati dalla Giuria Popolare dei Trecento Lettori Anonimi. «Voglio portare questo premio in Abruzzo, nella mia regione che viene fuori da un anno orribile, che ha subito terremoti, valanghe e incendi» ha detto l’autrice. Nella vita dentista pediatrica, la Di Pietrantonio ha scritto una storia estrema in cui la maternità, l’amore e l’abbandono prendono corpo nella vita di una ragazzina di tredici anni. Tutto si svolge nell’Abruzzo, la terra d’origine della scrittrice. «L’Arminuta vive anche uno shock linguistico, quello dall’italiano al dialetto che è una delle componenti più importanti della sua discesa agli inferi. Questo è anche un romanzo di formazione» ha aggiunto.  ASCOLTA QUI LE SUE PRIME DICHIARAZIONI  (Foto La Stampa) Al secondo posto Stefano Massini con qualcosa sui Lehman, un romanzo ballata su una famiglia di finanzieri che ha «costruito un’epopea sbagliando, cadendo, rialzandosi, andando avanti. Non esiste una vittoria che non nasconda il germe di una sconfitta e viceversa» come ha spiegato l’autore che ha avuto 99 voti. Al terzo posto Mauro Covacich con il romanzo sulla sua Trieste e sui confini La città interiore (La nave di Teseo), che ha avuto 25 voti e dopo di lui Alessandra Sarchi con La notte ha la mia voce, 13 voti, secondo titolo Einaudi nella cinquina e all’ultimo Laura Pugno con`La ragazza selvaggia (Marsilio), 12 voti.  LEGGI QUI LA TRAMA