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Nel caso della scomparsa della pittrice Renata Rapposelli i carabinieri hanno portato via durante l'ultimo blitz nell'appartamento dei due, lettere scambiate tra la donna, l'ex marito e il figlio. Oggetto? Il mantenimento che secondo la Rapposelli doveva essere pagato per tremila euro di arrretrati (come deciso dal giudice il marito doveva versare 200 euro al mese alla Rapposelli) mentre secondo i due, che nel frattempo avevano anche acquistato la casa, doveva essergli versata la somma di 1.800 euro. Una teoria che la donna non accettava ed anche per chiarire questo aspetto era partita da Ancona il 3 ottobre alla volta di Giulianova. I militari del Ris avrebbero sequestrato dunque durante il sopralluogo nella case queste lettere ma anche quattro telefonini, carte del conto corrente dei due e la documentazione relativa al mutuo per pagare l'alloggio. Dunque a quanto sembra poi, ci sarebbe stata la lite e la volontà dell'ex marito di raccompagnare la donna verso casa in modo da placare l'animo della donna alterato da queste "scoperte". Ma l'altra novità riguarderebbe il fatto che per gli investigatori la donna sarebbe stata uccisa proprio a Giulianova e che da Giulianova non sarebbe mai ripartita. I carabinieri stanno utilizzando i droni per cercare attorno all'area dell'abitazione dell'ex marito qualche luogo dove la donna possa essere stata sepolta. Si cercano buche che potrebbero aver nascosto il corpo della pittrice. Ma anche testimoni in grado di poter raccontare qualcosa di piu' incisivo sulla visita della Rapposelli all'ex marito e al figlio per ricostruire le ultime ore di vita della donna. E oggi ad Ancona i carabinieri ascolteranno anche la 28enne Maria Chiara Santoleri, l'altra figlia di Renata e Giuseppe Santoleri che vive nelle Marche e con cui la mamma aveva buoni rapporti. Una testimonianza che gli investigatori ritengono di fondamentale importanza per meglio ricostruire i rapporti familiari tra la pittrice, l'ex marito e il figlio che vivono a Giulianova.