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Il recupero della ex scuola Carlo Febbo di San Nicolò è stato al centro di un incontro con la stampa su iniziativa del Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo e dell’Associazione Teramo Città Solidale & Cittadinanza Attiva. Hanno aderito alla proposta di recupero formulata anche altre associazioni cittadine operanti nel territorio quali San Nicolò per Crescere, la A.S.D. San Nicolese e l’Associazione Culturale Città Futura. Il Presidente del Coordinamento dei Comitati di Quartiere Giuliano Lucenti ha sottolineato per la zona di San Nicolò la necessità di concedere in una realtà così sviluppata spazi e locali pubblici di riunione e di incontro ai residenti e sedi alle associazioni del territorio. Elisa Ciapanna in qualità di residente e di Vice Presidente dell’Associazione Teramo Città Solidale & Cittadinanza Attiva ha lamentato il grave stato di abbandono e di incuria in cui versa la ex scuola Carlo Febbo la quale nel corso degli anni il suo recupero è stato argomento di promesse nelle campagne elettorali puntualmente non mantenute. L’architetto Raffaele Raiola Presidente dell’Associazione Teramo Città Solidale & Cittadinanza Attiva ha ripercorso l’iter amministrativo finalizzato al recupero della scuola iniziato dall’amministrazione Sperandio che ad oggi a distanza di anni non è stato ancora concluso mediante l’approvazione di un progetto definitivo esecutivo tanto da portare di recente quale conseguenza la revoca del finanziamento di 551 mila euro erogato dalla Regione Abruzzo. Nel formulare la proposta di recupero della ex scuola Carlo Febbo, Raiola evidenzia altresì che il riutilizzo dei locali e dell’area antistante la ex scuola rientra in un progetto ben più ampio e più complesso di democrazia partecipata ovvero, come da lui definito, nella realizzazione della c.d. filiera della democrazia in cui cittadini singoli e le associazioni territoriali hanno la possibilità di organizzarsi autonomamente in rete in maniera coordinata e partecipare realmente offrendo il loro contributo di idee alla risoluzione delle problematiche generali che attengono la vita pubblica della città. In tale struttura, sulla scorta dell’esperienza già avviata nella città di L’Aquila chiamata “Casa della Democrazia” potrebbero essere ricavati dei locali medi quali sedi di ogni singola associazione operante sul territorio comunale e locali più ampi destinati ad incontri, pubbliche assemblee e riunioni di cittadini in cui i vari Consigli di Quartiere formati dai residenti possono decidere e deliberare sui bisogni dei singoli quartieri. Con la proposta di recupero sopra formulata, conclude Raiola, per la quale possono essere attinti finanziamenti e contributi della Unione Europea per le sopracitate finalità sociali, si andrebbe anche a meglio disciplinare nel rispetto del principio di trasparenza e attraverso corrette procedure amministrative mediante l’adozione di un apposito regolamento comunale la concessione in uso dei beni facenti parte del patrimonio comunale ad associazioni e a soggetti privati.