RACCOLTA FIRME DAL NOTAIO CONTRO BRUCCHI, LA MINORANZA NON ANDRA', SOLO BERARDINI SI PRESENTERA'
Da un primo conteggio in casa della minoranza, Gianluca Pomante non sembra avere i numeri per poter portare 17 consiglieri dal notaio, mercoledì 22 novembre, per cercare di mandare a casa l'Amministrazione comunale.
A parte Fabio Berardini che si presenterà per la firma dal notaio, tutti gli altri non ci saranno e tornano a ribadire e a chiedere le firme per la sfiducia di Brucchi in consiglio comunale. A comiunciare dalla 13esima firma.
Il problema sembrava essere in casa Pd, dove una parte del partito, quella dei Progressisti con Manola Di Pasquale (che pero' non è consigliere comunale e quindi non puo' firmare ed incidere sui numeri) dice:
«Sono per fare una riunione di partito. Nessuno puo' decidere da solo. Sono per l'eutanasia politica di questa amministrazione. C'è anche chi la puo' pensare diversamente. Io sono per andare dal notaio».
Ed un consigliere comunale del Pd, grande amico di Quintiliani e della famiglia Gatti, Alberto Melarangelo sembrava tentato dall' andare anche lui dal notaio ma contattato poi da certastampa.it spiega: «Ho le mie opinioni ed ho anche detto che si decide tutti insieme e faccio quello che deciderà il partito. Da solo non andrò da nessuna parte. Ritengo comunque che un'Amministrazione come questa vada fatta cadere e per quanto possibile prima o poi bisogna arrivare a questo risultato. La maggioranza che fa cadere la propria maggioranza ne esce comunque sconfitta. Bisognerebbe dargli noi il colpo di grazia».
Una parte del Pd si riunirà nel pomeriggio, almeno la parte che fa capo a Mariani.
La minoranza vuole e tornerà a chiedere la sfiducia in consiglio comunale.
Fabio Berardini invece andrà all'appuntamento di Pomante: «il mio obiettivo è mandare a casa l'Amministrazione e farla cessare...quindi vado a vedere quanti ne saremo e se ci sono le condizioni. Lo faccio per coerenza.»
Paola Cardelli ha le idee chiarissime: «Non sono sorpresa che Gatti si serva di vie traverse anzichè utilizzare i suoi attuali consiglieri per avanzare questa indecente proposta che fa bene il paio con il blitz fallito del presidente del consiglio con la sua arbitraria convocazione della capigruppo, il tutto fa ben comprendere in modo inequivoco il rispetto che "questi politici" hanno per le istituzioni. Il luogo della sfiducia è il consiglio ma ben venga chi voglia dimettersi».