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Si torna a parlare di Tercas, di banca Tercas. Con una nuova udienza che si è svolta questa mattina in Tribunale, per il processo relativo alla presunta truffa con le azioni Tercas. Udienza che ha visto in aula davanti al giudice Flavio Conciatori diversi testi della difesa, tra cui alcuni direttori e addetti di titoli di altrettanti filiali dell’ex Banca Tercas, ascoltati prevalentemente su come era stata strutturata l’operazione di vendita delle azioni proprie dell’istituto di credito, che per le presunte vittime sarebbe stata presentata come un’operazione di pronti contro termine, e quindi sull’impianto generale dell’operazione stessa. Testi che hanno sostenuto di non aver mai avuto dubbi sulla bontà dell’operazione.
 
Dopo l’audizione dei testi il processo è stato rinviato alla prossima udienza, quando sarà ascoltato il consulente della Procura, il dottor Igor Catania. A processo, davanti al giudice Flavio Conciatori, oltre all’ex dg Antonio Di Matteo, all’ex responsabile pro-tempore dell’area finanza della Tercas Lucio Pensilli e all’allora responsabile pro-tempore dell’area commerciale Alessio Trivelli, ci sono altre 25 persone tra dirigenti, direttori di filiali e semplici impiegati, tutti accusati di truffa in concorso: Piero Lattanzi, Franco Maiorani, Fabrizio Di Bonaventura, Maria Gabriella Calista, Maria Lucia De Laurentiis, Silvana De Sanctis, Rosanna Arcieri, Christian Torreggianti, Carlo Pavone, Giancarlo Stacchiotti, Franca Marozzi, Marco Nardinocchi, Pietro Sciaretta, Nicola Celli, Monica Di Luciano, Elena Malatesta, Valentina Angelozzi, Luca Ettorre, Rosanna Rastelli, Maria Carmela Valentini, Danilo Ranalli, Marinella Petrini, Luisa Maria Ferri, Lidia Mazzocchitti, Enrico Robuffo. Imputati ai quali l’accusa contesta di aver venduto delle azioni facendole passare invece per cosiddetti ‘pronti contro termine’, investimenti ad un anno con un rendimento garantito. I fatti contestati ai 28 imputati imputati risalgono al 2011, con l’inchiesta partita dalle denunce di alcuni risparmiatori. Inizialmente tra gli indagati figurava anche l’ex presidente Tercas Lino Nisii, la cui posizione era stata successivamente stralciata ed archiviata insieme a quella di altri tre dirigenti.