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«Abbiamo risorse per dare corpo a una stagione di nuove azioni che ha 19 mesi davanti». Così il presidente della Regione Luciano D'Alfonso rilancia la sfida suggerita dagli ultimi dati dell'occupazione (terzo trimestre 2017) che danno un Abruzzo in crescita (512 mila occupati) grazie soprattutto a tanto lavoro precario, come accade nel resto nel Paese. La sfida è ora quella di trasformare questa parte di lavoro a tempo determinato in lavoro stabile. Per farlo, dice D'Alfonso, «abbiamo sulle spalle 2,5 miliardi di fondi pubblici: Masterplan, fondi europei, edilizia sanitaria e tante misure destinate allo sviluppo delle reti (elettriche, telematiche, stradali, ferroviarie)». Ma accanto ai fondi c'è da rilanciare anche «la stagione di semplificazioni procedurali, assumendosi responsabilità». Questo dunque l'obiettivo che il presidente della Regione si dà (e dà ai suoi collaboratori, in particolare al direttore generale dell'ente Vincenzo Rivera che ha in mano il dossier Masterplan), per fare in modo che i buoni numeri dell'occupazione dissolvano il sentimento negativo che domina ancora gli abruzzesi, alle prese con troppe crisi industriali, con una domanda che non decolla e un'edilizia che non ha agganciato la ripresa. Ma i numeri sui quali lavorare ci sono, assicura il governatore commentando i dati Istat: «Avevamo detto che in Abruzzo c'era una soglia del benessere occupazionale che era sotto o sopra 500mila occupati, e oggi a distanza di anni arriviamo oltre questa soglia, andando a toccare un livello che era del 2002 quando c'era ancora il cosiddetto benessere». Un piccolo miracolo che coincide temporalmente con gli anni di attività del suo governo, non manca di notare D'Alfonso: «Noi siamo passati da 459mila a 512mila lavoratori attivi, con un +53mila fra il 2014 e il 2017. Se prendiamo a riferimento la durata di una legislatura utile 2009-2014, si passò da 489 a 459 mila (-30mila). La vera emergenza, ora, nota D'Alfonso è ridurre la quota degli inoccupati, di coloro cioè che non sono mai entrati in contatto con il mondo del lavoro. «Stiamo lavorando sulle imprese, attraverso misure più coraggiose: da quelle fiscali a quelle premiali». Ma D'Alfonso è sicuro che la crisi sia davvero superata e che i difficili trimestri che ci siamo lasciati alle spalle nel 2017 siano una contingenza legata alle cattive condizioni meteo e al terremoto che ha colpito una parte del territorio abruzzese. Il vento è cambiato, insiste D'Alfonso, che chiama a testimonianza l'aumento «esponenziale» delle domande di trasporto eccezionale e del consumo di energia elettrica, due indicatori di crescita della produzione manifatturiera.