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“Carissimi amici oggi con non poca tristezza chiudo uno splendido capitolo durato poco piu di 5 anni. ..... ringrazio tutti voi per la professionalitá per la correttezza e qualcuno/a per la sincera amicizia. Vi abbraccio e..... arrivederci”. Con questo messaggio saluta e lascia oggi la Compagnia dei Carabinieri di Giulianova il maggiore Domenico Calore nelle mani del maggiore Vincenzo Marzo. Al neo arrivato gli auguri di buon lavoro di Certastampa.it. Il maggiore Calore è giunto a Settembre 2012 con il grado di Capitano ha diretto i reparti della compagnia (comprendente 11 stazioni Carabinieri), affrontando con il massimo impegno, ed in prima persona, le più importanti operazioni di polizia giudiziaria come l’omicidio Cialini, l’operazione “Ponte di Legno” e “forte Apache”, il recupero di oltre due tonnellate di Marijuana, nonché la significativa ed estenuante esperienza legata all’emergenza neve/terremoto che ha colpito la nostra provincia . Destinato al nuovo incarico presso il Comando Legione Carabinieri Abruzzo e Molise di Chieti, conserverà nel cuore il meraviglioso periodo trascorso a Giulianova. Il Maggiore Vincenzo Marzo, 48 anni, originario della provincia di Lecce, è laureato in Giurisprudenza e in Scienze dell’Amministrazione, ha frequentato un master in Diritto e Legislazione ad indirizzo ambientale ed è in possesso di titolo di abilitazione professionale di conciliatore giudiziario. E’ insignito di croce di anzianità di servizio, medaglia al merito di lungo comando e due benemerenze per le operazioni di soccorso alle popolazioni umbre e marchigiane colpite dal sisma del 1997. In passato ha retto il Nucleo Operativo e Radiomobile e la Compagnia Carabinieri di Orvieto, in provincia di Terni e la Sezione Motorizzazione della Legione Carabinieri Marche, ad Ancona. Prima di assumere il Comando della Compagnia di Giulianova, per oltre 8 anni il Maggiore Marzo ha prestato servizio alle dipendenze del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente di Roma e ha comandato il NOE di Ancona. Tra le principali operazioni di servizio che ha diretto e coordinato si annoverano l’operazione “Ragnatela”, con 11 persone arrestate, coinvolte a vario titolo nel traffico illecito di oltre 100 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, conferiti a discariche tedesche, ma anche abruzzesi, lombarde, marchigiane e pugliesi, dopo un trattamento fittizio che avrebbe dovuto renderli non pericolosi; la vicenda ex AMGA di Pesaro, con 16 indagati tutti rinviati a giudizio dall’Autorità Giudiziaria per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi; il caso Galvanina – Val di Meti, azienda di acque minerali in provincia di Pesaro, con 13 persone indagate, tra cui dirigenti e funzionari dell’ASL di Urbino e del Comune di Apecchio, per gestione illecita alcune centinaia di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, interrate a pochi metri da un torrente marchigiano.