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[caption id="attachment_67699" align="alignright" width="300"] OLYMPUS DIGITAL CAMERA[/caption] Nuovo caso di ammanchi dalle casse del Comune di Tortoreto: mancherebbero all'appello quasi 180mila euro di incassi dai buoni pasto per le mense scolastiche venduti negli ultimi cinque anni. Sotto accusa ci sarebbero i rivenditori privati autorizzati dall'ente, che non avrebbero versato in tutto o in parte le somme dovute, ossia l'incasso meno la loro percentuale di guadagno previsti in questi casi. A dare notizia dell'ammanco è stato  lo stesso sindaco Domenico Piccioni a margine della riunione della commissione consiliare urbanistica di martedì sera, organizzata per trattare la questione del nuovo piano regolatore. Il Sindaci dopo averlo annunciato ai consiglieri comunali presenti, tra cui la maggior parte dei capigruppo di opposizione ha deciso poi di non rispondere più al telefono e ai messaggi. Gli ammanchi sarebbero iniziati nel 2012, nella stessa stagione delle polemiche in cui veniva scoperto il caso Saccuti, e poi cresciuto per cinque anni fino a qualche giorno fa, quando l'amministrazione comunale ha deciso di cambiare il sistema di vendita dei buoni pasto, togliendolo ai due rivenditori in questione e affidandolo ad un ufficio comunale e ad uno sportello bancario. A permettere la scoperta dell'ammanco, sarebbe stata un'azione di accertamento dei conti delle ultime settimane, a cui è seguito anche un esposto inviato dal Comune ai Carabinieri di Tortoreto.  L'ammanco dei buoni pasto sembra essersi sviluppato durante quattro diverse amministrazioni comunali: quella Monti che scoprì il caso Saccuti, quella Richi, la gestione commissariale e quella attuale del sindaco Piccioni. Tutto questo mentre i cittadini vengono tartassati da continue richieste di denaro per tarsu e ici non pagati con cartelle di pagamento, molte delle quali saranno impugnate dai residenti per somme non dovute, rivolgendosi agli organi competenti. Il Comune di Tortoreto, purtroppo dall'inizio di questa nuova ammininistrazione, ha iniziato una gran brutta politica di riscossione  che necessiterebbe di grande attenzione da parte degli organi preposti a sovrintendere queste azioni "pesanti" messe in atto dallo stesso Ente Comune senza alcun controllo.