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Il giudice fallimentare Giovanni Cirillo ha fissato, per la terza volta, la vendita all'asta del locale di viale Mazzini, il Baccanale. La data è quella del 6 febbraio. Per un importo a base d'asta di 70mila euro saranno messe in vendita le attrezzature e il marchio. Le precedenti due aste sono andate deserte e dal primo prezzo a base d'asta di 136.150 euro si è scesi man mano ai 70mila attuali. Accanto alla vendita di marchio e attrezzature c'è la possibilità per l'acquirente di usufruire di un accordo, già preso con la proprietà dei locali, la "Immobiliare Sant'Atto", di affittare il locale a 3.900 euro al mese più Iva. Curatori sono stati nominati i commercialisti Paolo Quaranta e Paolo Di Sabatino, coadiutore legale l'avvocato Fabrizio Colantoni. Il locale è chiuso dal 5 gennaio scorso, quando è stato risolto il contratto di affitto con la società Elecat srl, che aveva preso in locazione il ristorante a maggio 2015, cioè prima del fallimento della società Baccanale. Il Baccanale aprì in grande stile il 4 novembre 2013. All'inizio occupava 23 dipendenti, scesi poi a 15. Il locale faceva capo a tre soci: l'amministratore unico Giuseppe Paterna, oltre a Bruno Randi e ad Adriano De Remigis. Peraltro nei giorni scorsi il pubblico ministero Enrica Medori ha chiesto il processo per due ex amministratori della Baccanale Srl, Paterna e De Remigis. Il pm ipotizza l'accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale.