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A darne notizia è stato il figlio, Berardo, sul suo profilo facebook: «Ieri sera per motivi naturali si è spento mio padre, Maurizio Di Mattia. Lo scrivo qua nel tentativo di avvertire i suoi amici poichè non riusciamo ad entrare sul suo profilo.I funerali si svolgeranno domani a Teramo dove sarà seppellito, faremo una messa per lui dopo le feste a Roma. Chi volesse perchè puó aiutare ad avvertire i suoi amici, si senta libero di condividere». Poche righe, di dignitoso dolore. Nato a Teramo, figlio di un altissimo dirigente della Tercas, Maurizio Di Mattia era stato per moltissimi anni regista di teatro lirico e fu lui ad affiancare, quale consulente, la Fondazione Tercas nel riportare a Teramo la produzione di opere liriche. Affascinato da sempre dal desiderio di fare Teatro si confronta sin dall’età scolastica con l’arte dell’attore che lo porterà negli anni settanta a debuttare a Roma con le più note compagnie d’avanguardia, sul finire di quel magico periodo decide con un gruppo di giovani attori di fondare La Nuova compagnia dell’Arco, un teatro-laboratorio che gli consentirà un serio confronto con le importanti forme espressive che si andavano delineando nell’area newyorkese. Ettagonale-spettacolo che godrà di particolari riconoscimenti anche negli Stati Uniti- è il tentativo di fondere il background artistico rinascimentale con l’espressione più tecnologica della nuova musica contemporanea, la regia di Di Mattia è come un duello con le ombre su tubi innocenti. Ma è al Festival Di Spoleto nel 1981 che nel primo spettacolo cibernetico la regia di uno spettacolo tenta la difficile via dell’interazione tra nuove tecnologie e testo poetico, scatenando le ire e le curiose attenzioni della stampa, Libertà a Brema-testo di Fassbinder e scene e regia di M.Di Mattia apre forse una nuova riflessione sul mondo contemporaneo. Un percorso artistico che lo porterà a riconsiderare il melodramma come momento dinamico e dialettico della cultura, per questo a metà degli anni ‘80 stabilisce un rapporto definitivo con il Teatro dell’Opera di Roma nel quale lavora fino alla pensione. L’attività di regista viene ripresa nei primi anni ‘90 con produzioni sia all’interno del Teatro La Gioconda, Aida e altre produzioni - che all’esterno, prima in dimensione nazionale e successivamente internazionale. La grande passione per una visione della cultura barocca, come motore dei fenomeni socioculturali sottostanti alla creazione artistica, saranno i motivi ispiratori di due dei più interessanti lavori a mezzavia tra l’opera e il dramma: Le remede de fortune e Diana Schernita. Da Tokyo a Shanghai Via Soul giù sino a Macau e Hong Kong e Mumbay, lavora con artisti europei ed asiatici creando insieme un teatro lirico di nuova prospettiva, che pur riproponendo i classici, Traviata,Bohème,Rigoletto,Otello,Tosca,Barbiere di Siviglia e altri, vuole assolutamente dare al gesto e alla parola/canto una capacità evocativa che solo l’OPERA può esprimere. Sue sono le regie inaugurali dei Festival di Shanghai, Macau e Hong Kong, il NTT di Tokyo ha prodotto la sua CARMEN, in Korea lavora costantemente con la K.O.G. per la quale cura regia scene e costumi, in India a Dely e Mumbay ha riaperto , dopo tempo immemorabile, i teatri alla lirica con Barbiere e Traviata. Laureato in Scienze Politiche, ha ricevuto premi alla carriera, ed ha svolto anche un’attività giornalistica e organizzativa curando tournèe, festival e direzioni artistiche: Roma Opera in Japan, Teramo, Roseto degli Abruzzi festival, Concerti delle Dodici Stelle. I funerali saranno celebrati domani a Teramo