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Dopo Firenze, anche L'Aquila dichiara inammissibile il ricorso d'urgenza contro il Rosatellum bis, la nuova legge elettorale con la quale tra meno di un mese saranno rinnovati Camera e Senato. Anche il tribunale dell'Aquila ha ritenuto non sussistere il cosiddetto "periculum in mora", in quanto «è un fatto che le elezioni politiche sono state già indette e si terranno tra poche settimane». A presentare i ricorsi è stato l'avvocato Paolo Colasante, con la consulenza di Enzo Di Salvatore, professore associato di Diritto costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Teramo, per conto dei deputati di Alternativa popolare, Massimo Artini (ex Movimento 5 Stelle), ed Eleonora Bechis, ai quali si è aggiunto l'abruzzese Stefano Moretti. I tre ricorrenti comunque, non si arrendono al primo step, e vanno avanti nella battaglia contro il Rosatellum. «Le ordinanze dei Tribunali di Firenze e L'Aquila», spiega il professor Di Salvatore, «non pregiudicano una decisione sul merito (e sulla possibilità che possano essere portate dopo la celebrazione delle elezioni all'attenzione della Corte costituzionale): il ricorso sul merito è stato già introdotto a Roma e a L'Aquila (che, assegnato a un giudice diverso da quello che ha emesso l'ordinanza, verrà discusso il prossimo 28 febbraio) e presto verrà introdotto anche a Firenze».
Una legge, aveva osservato Di Salvatore, «che ha evidenti profili di incostituzionalità, perché, con le soglie di sbarramento, le pluricandidature, le liste bloccate e la modalità di esercizio del voto, distorce l'intenzione dell'elettore, comprime il diritto di voto, la rappresentatività e, ironia della sorte, lo fa senza nemmeno garantire la stabilità di governo e maggioranze certe».