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All'incontro con il comitato di Miano si sono presentati solo Gianni Chiodi e Mauro Di Dalmazio, gli altri consiglieri e assessori regionali erano impegnati altrove nella campagna elettorale. L'ultima "tappa" per far passare il giro d'Italia a Miano e quindi a Teramo si consumerà giovedì prossimo a Pescara.  La Rcs ha convocato i presidenti delle due province: Teramo e Pescara, il presidente della Regione,  con gli assessori Di Matteo e Paolucci per decidere e vedere se le criticità della strada potranno essere sanate o meno. Parliamo del tratto tra Rigopiano, Castelli, Miano e Teramo con la spese prevista per la messa in sicurezza del manto stradale di  un milione e mezzo di euro almeno. «Noi ci siamo fatti carichi di far passare il Giro D'Italia a Miano e Teramo - dichiara il  segretario del Comitato 15 maggio, Enio Pirocchi - se  il Giro non passerà a Teramo vorrà dire che noi siamo davvero cittadini di serie B rispetto agli altri comuni terremotati dove il Giro d'Italia passa senza troppi problemi. Di questa questione - prosegue Pirocchi - dovevano interessarsi i politici mentre ci ritroviamo solo noi cittadini a dover difendere il nostro territorio». Si tratta della decima tappa quella più lunga del Giro. «Una nostra delegazione - conclude Pirocchi - sarà presente a Pescara giovedì come "lobby di pressione" per fare in modo che il Giro d'Italia non cambi destinazione e che passi, come è giusto che sia a Miano e a Teramo». La decima tappa è la più lunga del Giro: 239 km da Penne con traversata degli appennini centrali fino a Gualdo Tadino. Passaggio a Farindola e davanti ai resti dell'hotel Rigopiano  e dopo 57 km arriva a Teramo passando per Miano, poi i ciclisti andranno verso Ascoli. Si tratta di un attraversamento al quale gli appassionati non vogliono rinunciare. Come finirà? Lo si saprà giovedì prossimo.