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I numeri della lentezza istituzionale sono l’emblema del nostro paese, della nostra Regione e ancor più della nostra provincia, e la ricostruzione post sisma ne è la palese dimostrazione.
Basti pensare che in provincia di Teramo, i primi cantieri di edilizia abitativa degli aggregati post sisma 2009, sono partiti tra il 2017 e 2018, ben 8-9 anni dopo l’evento.
Il post terremoto del 2009 a L’Aquila, ha messo in primo piano la ricostruzione privata, rispetto a quella pubblica, con evidenti risultati misurabili anche semplicemente contando le distese di gru che svettano all’orizzonte della città.
Il post terremoto 2016, partendo dagli imbarazzanti dati sulla ricostruzione pubblica, ha raggiunto perfomance  simili anche nella ricostruzione privata.
Infatti su 1235 richieste pervenute all’USR Abruzzo pari a 125 milioni di €., considerando che 16 dei 23 comuni del cratere sono in provincia di Teramo, ci sono solo 20 decreti di liquidazione per i quali si possono avviare i cantieri.

E' quanto evidenzia la FILCA CISL TERAMO ed il suo responsabile Territoriale Giancarlo De Sanctis

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Dei 20 decreti di liquidazione, 5 riguardano danni lievi alle abitazioni, lo 0,5% delle richieste; 15 riguardano le attività produttive, il 9% delle richieste, di cui  1 per danni lievi, 4 i danni gravi e 10 le delocalizzazioni.
Solo a pensare che l’attuale massa salari dell’edilizia provinciale, oggi, è di circa 25 milioni di €., con la partenza dei 1235 cantieri, ci sarebbe un incremento occupazionale diretto di almeno 1500 lavoratori edili, un incremento che modificherebbe profondamente l’economia provinciale del nostro settore, riportandoci verso ii valori pre-crisi. Tutto ciò senza considerare l’impatto sull’indotto dell’edilizia che, in quanto settore anticiclico, stimola l’avvio indiretto di almeno altri 16 settori merciologici.
Al primo posto nelle liste d’attesa per gli interventi di edilizia residenziale, c’è Teramo con 146 pratiche presentate, poi Montorio con 79 e Campli con 47 pratiche.
Per le solo attività produttive, invece, al primo posto troviamo Castel Castagna con 13 pratiche di danno grave, 7 per Teramo, 5 per Isola e Montorio e 4 per Campli: aziende chiuse e lavoratori licenziati per l’inefficienza della nostra macchina amministrativa.
Il problema di tali ritardi è legato alla lentezza con cui le pratiche vengono gestite dall’USR Abruzzo, il cui personale è composto da 26 addetti: 1 dirigente, 9 tecnici e 16 amministrativi.
Stiamo assistendo ad una leggera accelerazione dell’attività degli uffici, ma troppo poco rispetto a ciò che c’è da fare.
Sulle opere private, bisogna snellire le procedure farraginose del MUDE, il programma informatico per l’inoltro delle richieste, e dotare l’USR di uno staff tecnico idoneo, in grado di smaltire l’enorme mole di pratiche accumulate, anche con l’apporto delle svariate società partecipate della Regione Abruzzo.
Soluzioni che, come parti sociali del settore edile, abbiamo messo sul tavolo da molti mesi, ma che risultano irrealizzabili all’elefantiaca macchina istituzionale.
Adesso che abbiamo le risorse, ci dobbiamo tutti corciare le maniche è concentrarci sull’accelerazione del processo di avvio dei cantieri, dimostrando così il valore e l’efficienza della macchina pubblica, al servizio della sicurezza e del bene dei propri cittadini, conclude Giancarlo De Sanctis responsabile della Filca Cisl di Teramo.