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"GRAZIE ALL'IMMENSO PREMIO BORSELLINO". Con queste parole il giornalista e massmediologo Klaus Davi ha commentato ieri, su TGcom 24 di Mediaset, il riconoscimento che gli è stato assegnato a Pescara. Klaus Davi è uno dei 5 premiati di quest’anno che hanno dato l’adesione a far parte della commissione dei giurati per l’edizione 2019.
https://www.tgcom24.mediaset.it/cultura/giornalismo-assegnato-il-premio-borsellino-2018-a-klaus-davi_3171613-201802a.shtml?fbclid=IwAR3AgFM2aopK0UxPyR8SXJElDsmIL76B5IpqitU7FsvlnWyBeN7IiCwsLVw.
In realtà immagini, motivazioni, annunci, ospiti di questa edizione del Premio erano già stati annunciati numerose volte sulle reti Mediaset e Rai. Ma qualcuno che si definisce giornalista in Abruzzo non ha scritto/detto neppure un rigo. E' normale ? Purtroppo si, è normale. E' importante? No, non è importante, l'invidia alberga in cuori piccoli. E per chi ha il cuore piccolo, per chi si mette in ciabatte alle tre e “ci vediamo domani”, per chi è abituato a portare la borsa e leccare il culo, per chi è abituato a vivere scrivendo sotto dettatura dei politici, gli stessi politici che per far parlare di loro devono pagare e prendono le mazzette per assegnare i “contributi”, gli stessi politici che assegnano i lavori in cambio di voti e leccate di culo invece che sulla base di una proposta, gli stessi politici che obbligano a far lavorare gli incapaci “amici” piuttosto che le persone capaci, ma libere. Gli stessi politici che, però vengono votati dalla gente. La stessa gente che poi protesta. E qui il cerchio si chiude. Ma di questo parlerà “Il ruggito” nei giorni della campagna regionale. E ci sarà da divertirsi. E questa volta “il ruggito” farà di più. “Stay Tuned !”
Per i cuori piccoli, per chi organizza i “premi” per prendere i contributi della Regione”, per chi “organizza” in cambio dei tre ceci di Epulone, non è facile capire ne come ne perché sono giunti a Pescara (senza 1 euro di rimborso) solo per ritirare un premio il numero uno della lotta alla mafia siciliana che ha indagato sulle stragi di Capaci e via D’Amelio, Lia Sava; il nemico numero uno delle mafie nel Nord Italia, il Procuratore Alessandra Dolci responsabile dell’antimafia a Milano; il procuratore di Roma che ha sgominato prima la ndrangheta in Calabria ed ora la “mafia capitale” dei Casamonica di Ostia Giovanni Musarò; il Questore di Napoli Antonio De Jesu che ha sconfitto la camorra in Campania, il Questore di Pescara Francesco Misiti già a capo dell’antimafia a Palermo che arrestò i capimafia Brusca, Aglieri, Vitale e Spatuzza (poteva mai essere presente un Questore che fa del pisolino pomeridiano un vanto?) .
Per chi va ai convegni per mangiare nei succulenti banchetti dove si è passato dalla cafonegna porchetta al sushi e farro (pagati dai cittadini) non è possibile capire perché si ritrovano insieme in una sala da tanti anni troppo piccola dei testimonial d’eccezione come Il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, perché il vice presidente Giovanni Legnini accetta di fare il presidente del Premio, perchè il vice capo vicario della Polizia Luigi Savina ha dato appuntamento al comitato promotore al Viminale la prossima settimana. Del resto cosa c’entrano quelli con il cuore piccolo con Giovanni Impastato (fratello di Peppino Impastato) Marilena Natale (giornalista sotto scorta che attacca ogni giorno i casalesi e i loro fuochi, e ha sventato di recente un attentato) Daniele Piervincenzi (di Rai 2 noto per l’aggressione subita a Ostia dai Casamonica) Andrea Cremonini ( il coraggioso regista del film “Sulla mia pelle” sugli ultimi giorni di Stefano Cucchi) Fabio Anselmo presente con Ilaria Cucchi, Andrea Manzi (presidente dell’associazione “Ultimi” contro la camorra) il cantante Shel Shapiro con il suo progetto “11” che porta la Costituzione delle scuole” e il docente e musicista Alex Spinelli con il suo progetto per l’integrazione, l’attore Pino Calabrese (Pizzo Falcone su Rai2) che ha reciterato brani del suo spettacolo su Aldo Moro, il maestro Piero Lombardi per il progetto di musico terapia con ragazzi diversamente abili, gli allievi dell’associazione “Don Guanella” di Scampia che sottraggono manovalanza alla camorra.
Come fanno i poveracci dal cuore piccolo a capire perché il Premio Borsellino è sempre più lungo e più importante, con maggiore successo e partecipazione, pur avendo ospitato in passato Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella. Chi vive di miserie può mai capire perché si è rinnovata nei temi, affinata nella formula, tornata anche agli appuntamenti pomeridiani e serali, più “culturale” e meno musona, con un nuovo gruppo di giovani docenti e volontari, soprattutto donne, che lo hanno reso più presente, più vivo, che hanno fatto respirare meglio il “fresco profumo di libertà” . Chi questo “profumo” non lo respira mai nel corso della giornata. Chi vive solo di forma. Chi vive annoiato. Chi vive piegato. Chi non ha la fronte alta potrà mai capire perché ci sarà una edizione con me e poi chi toccherà a chi avrà gambe abbastanza e vele gonfie. Chi non si commuove quando sente parlare di Borsellino no. Non può capire e non capirà mai. E questo l’ho capito 26 anni fa. E allora abbiamo fatto senza di loro. E se oggi il Premio è “immenso” qualcosa abbiamo fatto.

Leo Nodari