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Cosa dire ? Oramai non ci sono più parole da spendere. Immaginate un cittadino di Roma o di Lecce svegliarsi la mattina e apprendere dai mezzi di stampa e di informazione che è stato commissionato e approvato un progetto definitivo che prevede il recupero e il restauro del Colosseo o del teatro romano della città salentina mediante la realizzazione di una struttura coperta in metallo e in vetro insistente sui suddetti monumenti storici e siti archeologici. Nessun cittadino al mondo sognerebbe mai una cosa simile neanche nel più lontano borgo del più dimenticato comune di provincia. La notizia stupirebbe chiunque e saprebbe dell’inverosimile. A Teramo, invece, possiamo dire ora, la cittadina in cui tutto è possibile che si era candidata a città capitale della cultura che questo accade realmente. Accade, difatti, che dopo anni in cui è stato conferito uno studio di fattibilità ad un illustre università romana, ad un esimio docente universitario in materia di architettura ed avere affidato un incarico progettuale ad un noto studio palermitano di professionisti costato la bellezza di ben 220.000 euro viene piombato e rimesso all’amministrazione comunale un progetto definitivo di questo genere. Cosa dire a questo punto ? Verrebbe da chiedersi se hanno spostato una struttura tipo quella realizzata nella curva dello stadio Bonolis a copertura del teatro romano ? E invece no. La risposta è che Teramo in questi ultimi anni è stata una città ferita più volte, non solo dalle calamità naturali, ma soprattutto da una non buona amministrazione chiusa e autoreferenziale che non solo non ha avuto una visione generale o una idea di città per il futuro, ma che non si è confrontata e aperto discussioni con i suoi cittadini, con le associazioni operanti sul territorio e con gli ordini professionali sulle scelte e sulle decisioni da assumere. Il risultato di tale supponenza, mentalità retriva e non inclusiva ha ostacolato sul nascere la partecipazione e la condivisione dei cittadini, lasciando campo libero a professionisti di altre città di progettare per nostro conto la nostra città, di redigere progetti dal costo esorbitante che non sono confacenti al recupero, al restauro e alla valorizzazione dei siti archeologici, culturali e ai monumenti storici della città ma che addirittura li deturpa terribilmente. Tenere un sito o uno spazio archeologico come il teatro romano chiuso, non più fruibile e visibile alla città o a chi decidesse comunque di continuare a venire a Teramo è come affidare ad un tecnico il restauro o la realizzazione di una stanza in una nostra abitazione lasciandola senza luci, senza una finestra, senza un balcone o una terrazza in cui potersi semplicemente affacciare. La situazione attuale di Teramo narra ,quindi, di una città sempre più ferita al cuore e sempre più povera che rimane indietro da anni rispetto alle altre a causa dei danni incalcolabili che subisce in termini di turismo, attrattività e di vivibilità. La vicenda del teatro romano sotto questo aspetto è emblematica ed l’ultima in ordine di tempo, scelta oscena che mortifica la città di Teramo, la fruizione, la valorizzazione e il recupero dei suoi siti storici, archeologici e culturali, si pensi allo stato degli scavi archeologici di Piazza S. Anna, di Madonna delle Grazie e di largo S. Matteo ad oggi anche essi tutti coperti con strutture in ferro che deturpano irrimediabilmente i suddetti luoghi di interesse storico e culturale. Perché la soprintendenza regionale ai beni culturali lascia che vengano realizzati interventi di recupero di questo genere ? Tali luoghi non possono essere preservati, valorizzati e recuperati in altro modo come accade in altre realtà in Italia e nel mondo ben più blasonate di Teramo o devono essere necessariamente rimanere chiusi, deturpati e non lasciati alla libera fruizione dei cittadini ? Per quanto sopra rappresentato, formuliamo un appello accorato al Commissario Straordinario del Comune di Teramo Dott. Luigi Pizzi, innanzitutto, chiediamo che venga fatta piena luce su tutta la vicenda relativa al procedimento amministrativo di recupero e di restauro del teatro romano, che venga rivisitato e condiviso, non come è avvenuto sino ad oggi dentro le segrete stanze, ma con la massima trasparenza e, con il contributo di idee delle istituzioni, degli enti, delle associazioni cittadine e dei locali ordini professionali il progetto definitivo nel pieno rispetto della proposta approvata ad unanimità dal consiglio comunale nell’anno 2010 e delle logiche democratiche e di partecipazione. F.to Giuliano LUCENTI Presidente Coordinamento Comitati di Quartiere di Teramo F.to Piero CHIARINI Presidente Associazione Teramo Nostra