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I fanghi del porto di Ortona non finiranno in mare vicino all'aera marina protetta del Cerrano né in nessun altro luogo dell'Adriatico. I circa 340mila metri cubi di materiale che sarà dragato dal bacino ortonese saranno smaltiti a terra, in qualche discarica di inerti o altrove. La decisione presa ieri nel tavolo di lavoro che si è svolta nella sede della Provincia di Teramo rappresenta una svolta decisiva in una vicenda che ha destato non poco allarme nell'opinione pubblica e, al tempo stesso, rappresenta una vittoria per quanti - Comuni, Parco marino, associazioni ambientaliste, esponenti politici di varie estrazioni, operatori turistici - si sono sempre opposti allo sversamento in mare autorizzato dalla Regione. Un'opposizione decisa che andata avanti anche dopo che il servizio rifiuti della Regine aveva cercato di smorzare le polemiche spiegando che non si trattava di fanghi, ma di sedimenti, cioè di sabbia, puliti. Una precisazione che però non aveva fugato più di tanto il timore che lo sversamento avrebbe potuto danneggiare seriamente l'ecosistema marino a poche miglia dall'area protetta. Ma adesso, come si legge in una nota diffusa dalla Provincia di Teramo al termine della riunione, «è tramontata ogni ipotesi di versamento dei sedimenti a mare: ci sono soluzioni alternative che non mettono in discussione gli interventi sull'area portuale». Al tavolo di lavoro, oltre al vice presidente della Regione Giovanni Lolli, che ha convocato l'incontro, hanno partecipato i rappresentanti dell'Area marina protetta della Torre di Cerrano con il presidente Leone Cantarini, dei Comuni di Pineto, Silvi e Città Sant'Angelo, dell'istituto Zooprofilattico e della Provincia. Fra gli intervenuti il consigliere regionale Luciano Monticelli, la presidente dello Zooprofilattico Manola Di Pasquale e il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino.«Tutti i presenti», si legge ancora nella nota della Provincia, «hanno concordato sull'opportunità di accantonare ogni ipotesi di versamento a mare dei sedimenti provenienti dal dragaggio del porto di Ortona considerato che esistono ipotesi alternative percorribili che sono già al vaglio dei tecnici». A tale proposito Lolli, accompagnato dal dirigente regionale del servizio rifiuti Franco Gerardini, ha illustrato la determina regionale del 21 febbraio scorso con la quale è stata sospesa l'autorizzazione al deposito in mare dei fanghi del dragaggio. «Nel corso della riunione», aggiunge la Provincia, «è stato ribadito il valore strategico del porto di Ortona e la necessità di procedere con i lavori di dragaggio così come è stato più volte confermato che i sedimenti non hanno alcuna contaminazione ambientale e che la decisione assunta scaturisce da ragioni di carattere precauzionale ovvero di massima tutela ambientale del sito di interesse comunitario costituito dalla riserva marina».