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Se stesse a Roma avrebbe già preso il premio “Fedeltà”. Se stesse a Milano avrebbe preso da tempo l’Ambrogino d’oro “Impresa e Lavoro”, un riconoscimento agli imprenditori, e ai loro collaboratori che hanno saputo innovarsi proponendo qualità e tradizione, creando benessere diffuso per il territorio. Parliamo di Vincenzo Di Bonaventura.  Un imprenditore che, in uno scenario generale in bilico tra stagnazione e recessione, lancia un segnale di fiducia e di tenacia.Il più importante premio per chi si distingue nel proprio lavoro è e resta comunque la fila che c’è ogni mattina al suo bancone.  Perché Vincenzo Di Bonaventura  è unimprenditore, ideatore,  fondatore, lavoratore, del più noto e frequentato ristorante, pizzeria,  self service, porta a casa, della Provincia di Teramo: “La Piazza”. A Teramo e Provincia nessuno ha un menù come il suo. Una persona umile, silenziosa, un lavoratore che si alza presto e va a dormire tardi, per garantire prezzi bassi e qualtà ai suoi prodotti. E per questo è amato. Una persona buona che non nega un aiuto a chi ha bisogno. E lo fa  senza foto e senza selfie delle caritatevoli in pelliccia e i buoni in giacca e cravatta.E’ un imprenditore che fa gli scontrini fiscali. Tutti. Una vera rarità nel settore. E, di conseguenza, è amato, rispettato. Infatti  nessuno ha i suoi numeri spaventosi, nessuno ha la sua qualità nel rapporto con il prezzo, nessuno i suoi fans. Nessun ristorante ha così tanti abituè. Giovani, squadre, tanti anziani.   Una cucina sempre di qualità nel rispetto delle ricette locali, sia nel gusto che nell'uso degli ingredienti. Molto di più di quanto ci si aspetterebbe da un locale volutamente semplice, “di strada”, dove tutti si sentono a casa di primo impatto. Diciamo subito che nel locale ristorante (troppo piccolo) si mangia tanto e bene, con pochi soldi. Menù sempre vari, con carni, pesce, contorni di vario tipo, pane sempre fresco. Troppo spesso manca la pizza bianca per accompagnare che da optional era diventato un must.  E’ diventato oramai un locale di riferimento per il pranzo di molti lavoratori e luogo di incontro durante la pausa lavorativa,anche perché è possibile pranzare fino alle 15:00. Quando resta qualcosa. Naturalmente non manca la pizza che è stata per anni il pezzo forte di Vincenzo & co, almeno fino a quando era in via Crucioli , dove si è fatto conoscere. Il Venerdi buon pesce e frittura stellare, con ottimo rapporto qualità prezzo, da sottolineare . Consiglierei alla polizia municipale di predisporre un servizio di controllo del traffico in quel giorno, dalle 19 alle 20,30, visto che la fila dei prenotati il più delle volte esce fuori il locale. Di giorno, spesso, basta anche una portata sola, tanto sono abbondanti primi e contorni. Da premettere che conosco il titolare da oltre 30 anni perché è stato uno dei precursori della gastronomia teramana, e posso dire che se sono ancora cliente è perché, da sempre, la sua cucina è stata ed è apprezzata per la freschezza dei prodotti, la scelta delle materie prime. Il tutto contornato da uno staff di banconiste belle, sveglie, gentili e professionali. L’ ambiente è pulito, accogliente, l’atmosfera subito familiare. Una pecca grave (per me) c’è, ed è nei dolci e dessert che non rispecchiano la qualità dei primi e secondi. Manca, ma non per molto, il servizio “pranzo a domicilio”, vero boom nelle grandi città, già arrivato a Pescara, che sicuramente arriverà presto anche da noi. Un modo per facilitare chi lavora e dare ulteriore lavoroC’è invece il  “book and take away”, ache questodigrandesuccessosoprattuttonellegastronomiedellegrandicittàcioè la possibilità di prenotaree, ad unacertaorapassarepagare e andare via senza fare la fila.Per Natale in serviziodovràessererafforzatoperchè “La Piazza” saràpresad’assalto. E sonosicuroche Vincenzo per I suoiclientimetteràpostoanchequesto.

Leo Nodari