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marino teramoL’Amministrazione Provinciale non può sfuggire alla responsabilità di provvedere all’edilizia scolastica delle scuole superiori e, se non vuol bruciarsi le dita per il cerino acceso del caso Marino, deve saper correre nella giusta direzione, senza i tentennamenti che aggraverebbero la situazione: per questo è stata organizzata una task force sui locali scolastici, già operativa presso l’Ufficio Tecnico di via Capuani. Riepiloghiamo. Nella città di Teramo l’istituto professionale Marino ha le aule inagibili in seguito al terremoto del 2016, ma i suoi laboratori ben organizzati e funzionanti, sono però in via San Marino, per cui gli studenti anche quest’anno scolastico potranno apprendere gl’insegnamenti laboratoriali solo parzialmente perché impediti dal recarvisi in quanto le classi sono dislocate in aule all’altro capo della città. L’ipotesi, a pochi giorni dalla prima campanella, di trasferirne ulteriori sei al Pascal è stata respinta con professori, studenti e genitori che hanno manifestato la loro delusione lo scorso venerdì 3 settembre sotto i balconi provinciali.

Dal dibattito che si è acceso con la significativa conferenza di martedì 7 scorso, è prevalsa la considerazione che nelle adiacenze dei laboratori didattici, in via Sturzo, c’è l’edificio che ha ospitato il liceo scientifico - ora trasferito all’ex Comi in viale Bovio - dove però, con tre altri corsi, permane ancora la segreteria. La nota situazione è stata stranamente rivendicata, nonostante sia inefficiente e inutilmente costosa. Per questo è stata oggetto di una riflessione da cui è emersa l’idea progettuale di ultimare il trasferimento di questa segreteria coi suoi archivi, nella ristrutturata sede di viale Bovio, esattamente nell’ex appartamento della famiglia del custode del Comi che, per giunta, gode anche di un ingresso autonomo da via De Vincentiis, utilissimo in questo periodo di percorsi di sicurezza e da dove è agevole raggiungere i sotterranei che ospiterebbero gli archivi del liceo.

A questo punto, approntare aule dell’istituto di via Sturzo per le classi del professionale Marino sarebbe lavoro di poche settimane: di qui la trasformazione dell’idea in progetto, esecutivo entro i prossimi giorni, che permetterà al consigliere delegato all’edilizia scolastica, Luca Frangioni di recuperare parte del tempo perduto. Tanto più che presso l’Ufficio Tecnico, il geometra che, giovane, ha abitato per molti anni l’appartamento della famiglia del custode del Comi, si già messo a disposizione dell’ingegnere dirigente Francesco Ranieri, per agevolare con la sua conoscenza del posto, il trasferimento della segreteria del liceo scientifico e del suo archivio nella nuova sede ristrutturata, dov’è già la presidenza e larga parte delle classi.

Questa soluzione, ragionata da chi è di mestiere con planimetrie alla mano, è soggetta, sia chiaro, a due eventuali difficoltà intraviste nei giorni scorsi, da non tacere: a) che la Provincia di Teramo assuma l’andatura del gambero impaurito, compia insomma un balzo indietro e se ne stia ferma, lasciando correre il tempo senza realizzare il progetto con determinazione; b) che il responsabile dell’Ufficio Scolastico Provinciale difetti nell’opera di coordinare e orientare i dirigenti delle scuole superiori teramane per le scelte di utilizzo di aule liberate e predisposte con competente slancio dai tecnici provinciali.

 

Comitato docenti, studenti e genitori del Alessandrini-Marino

 

 

Ed è notizia di oggi che una classe è finita oggi in quarantena perchè uno studente è risultato positivo. I ragazzi rimarranno tutta la settimana a casa.