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presentazione william di marco 2 1536x768"Le passate elezioni amministrative di Roseto, pur se valide sotto il profilo legale, risultano falsate sul versante squisitamente politico". È questo in sintesi il pensiero del candidato sindaco del centrodestra, William Di Marco, oggi capogruppo nel Consiglio Comunale, a cui fanno riferimento anche Forza Italia e la Lega per Salvini.

«Quello che sta accadendo a livello territoriale,  per le prossime elezioni del Consiglio Provinciale teramano, fanno capire diverse cose. Intanto che il civismo, soprattutto quello ondivago e senza una precisa idea filosofico-politica, ha molte sfaccettature di stampo opportunismo e carrieristico. A Roseto le liste legate all'attuale sindaco Mario Nugnes si sono sempre dichiarate fuori dagli schemi di appartenenza, considerando la destra e la sinistra superate. È ovvio che così non era, dal momento che all'interno della compagine c'era "Azione", il partito di Carlo Calenda (rappresentato a livello regionale dall'ex parlamentare Giulio Cesare Sottanelli), schierato a sinistra. In merito va ricordato che lo stesso Calenda a livello europeo è stato eletto nella lista del Partito Democratico. Oltretutto a Roseto, Azione è il raggruppamento più votato. A sancire l'area di appartenenza c'è l'appoggio, durante il ballottaggio, dello stesso Pd a favore del candidato Nugnes, con la motivazione di arginare la deriva delle destre populiste, sovraniste e nazionaliste».

«Fatto sta – continua il capogruppo – che oggi lo stesso Sottanelli, grazie all'asse politico intelaiato con Paolo Gatti, si schiera nel centrodestra, facendo intendere l'appoggio all'attuale Presidente della Provincia Diego Di Bonaventura. Non solo è uno dei più classici voltagabbana della storia recente del nostro territorio, ma il responsabile di Azione, dopo aver criticato in campagna elettorale, attraverso il suo candidato sindaco Nugnes, l'asse Ginoble-Gatti (riportato dalla stampa come il "Gattoble"), va a sostituire l'esponente di Italia Viva, creando un nuovo connubio che la stessa stampa oggi chiama "Gattinelli". Chi si ricorda a scuola la proprietà commutativa, in cui cambiando in una addizione o in una moltiplicazione l'ordine degli addenti o dei fattori il prodotto non cambia (4 X 3 oppure 3 X 4 faranno sempre 12), sa che queste alchimie sono di bassissimo profilo e, nello specifico, allontanano le persone dalla politica».

«Noi di Identità Culturale Rosetana – sottolinea Di Marco – non solo ribadiamo che le liste civiche ondivaghe sono uno dei tanti mali della politica, ma che il nostro intento è proprio quello di voler superare questi "sfregi" di stampo elettoralistico, sia per condannarli sotto il profilo etico sia per avvicinare quelli che oggi pensano tutto il male possibile di certi politicanti: purtroppo, vedendo questi bizantinismi, non si può dar loro che ragione. Il recupero della fiducia passa attraverso un percorso lungo, fatto di coerenza, di prese di posizioni nette, decise e di sviluppo del senso etico, che va alimentato e incrementato. Il riferimento alle idee liberaldemocratiche sarà il nostro faro e la politica verrà intesa per noi come servizio per le esigenze e le istanze del territorio, biasimando e denunciando coloro che agiscono solo per opportunismo, per carrierismo e per occupare ruoli amministrativi che (ahinoi) la politica distribuisce a piene mani, con una logica predatoria da brividi (a quando una legge che esautora la piovra partitica e dei movimenti civici da questo male endemico italiano di assegnare i posti per appartenenza e non per merito?) ».

«Detto ciò, sarebbe il caso che il PD regionale, dopo aver denunciato questa piroetta del trio Sottanelli-Pavone-Nugnes, intimando di coinvolgere anche i vertici nazionali, riscrivesse una lettera (come ha fatto durante il ballottaggio a sfavore del centrodestra), in cui adesso di nuovo denunciasse la "deriva"  populista, sovranista e nazionalista di Sottanelli. Noi pensiamo che quella "deriva" allora non ci sia stata, ma ora il partito di Enrico Letta, per coerenza, dovrebbe invece dichiararsi allo stesso modo, se vuole tenersi stretto quel residuo di credibilità».

«Oggi – conclude il capogruppo rosetano di Identità Culturale – Roseto è amministrata da un falso centrosinistra, che vuole stare nel centrodestra. Gli elettori rosetani, traditi dal gioco delle tre carte, sanno dov'è la verità e la terranno bene a mente».