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Izp_teramo La polemica che si è innescata non ha niente a che vedere con l’elevata indiscussa professionalità dell’IZS Teramo, Centro di Eccellenza e fiore all’occhiello della Regione Abruzzo, che da tempo condivide esperienze e collabora attivamente con i Paesi Africani e non solo. ll Direttore delll’Istituto Zooprofilattico “G. Caporale” Dr. Fernando Arnolfo, cui va profonda stima, ha inteso chiarire con un accorato articolo e su più testate giornalistiche la posizione dell’Istituto nei confronti della problematica relativa al virus Ebola e questo è cosa buona. Tutto poteva chiudersi in modo semplice non fosse stato per alcune inesattezze  e una sottile vena di sarcasmo percepita nella risposta e allora, per lo stesso fine dichiarato di fare chiarezza, porto avanti questa piccola polemica sulla carta stampata, polemica che, dopo l’ultimo ratto delle caciotte, ridà una parvenza di serietà al discorso con un argomento attuale che coinvolge un po’ tutti. Definire “leggermente affrettato” il mio precedente articolo su un quotidiano abruzzese non dà la giusta percezione dei fatti succedutisi a chi legge. Io parlerei di errore tattico-strategico da parte dell’Azienda IZS senza rischiare di offendere nessuno e di poter essere smentito. La citata nota datata 10 Ottobre a firma del Dr. Foschi Giovanni, riportava le giuste preoccupazioni di molti dipendenti, preoccupazioni successive alla notizia, diffusasi per puro caso, dell’arrivo da lì a pochissimi giorni di personale dalla Nigeria, Paese in quel momento non ancora dichiarato indenne dal virus Ebola. Nella nota si chiedeva se fosse il caso di sospendere temporaneamente visite di lavoro da Paesi in cui era accertata la presenza del virus e, in caso contrario, si faceva richiesta di opportuna informativa con conseguente assunzione di responsabilità a garanzia dell'assoluta tutela del personale. Qualunque dichiarazione in quel momento, è abbastanza chiaro, sarebbe stata tardiva perché, informativa avrebbe dovuto essere sì fatta ma a prescindere dalla e-mail del sottoscritto e molto tempo prima, nel pieno rispetto di quella che è stata definita come assoluta volontà di tutela del personale da parte dell’Ente che va dimostrata anche negli atteggiamenti, a garanzia di un incontro che doveva avvenire nel pieno rispetto della propria e altrui dignità. La forma ha una sua importanza così come la chiarezza delle cose e quella che è stata definita come pronta comunicazione dell’Azienda a firma del maggior esperto di cose Africane, il Dr. Scacchia, era una pura, semplice e tardiva voce a risposta , niente rispetto a quello che la situazione richiedeva. Tutte le notizie diffuse successivamente sui giornali di contatti Ministeriali e rassicurazioni sull’impenetrabilità dello scudo Sanitario andavano in questo caso dimostrate “non solo nei fatti ma anche a parole” con atto dovuto di comunicazione. Le professionalità in campo cui si è accennato sono state in contatto diretto dal primo giorno in laboratorio con il personale Nigeriano senza dotarsi di scafandro, cosa che riporta la discussione su un piano del tutto diverso, a prescindere da Ebola e più attinente alla realtà dei fatti. Ribadisco con forza l’errore strategico. Il Dr. Arnolfo, come altro dirigente prima di lui, mi segnala articoli su Ebola e comunicati facilmente reperibili e posso garantire che, per abitudine e cultura personale, ne ho letti tanti, tanti che rassicurano e molti che mettono a nudo le falle del Sistema Sanitario, indicato come allenatissimo per rispondere alle emergenze. E’ una questione di percezioni relative ad esperienze in tal senso del tutto diverse, com’è giusto sia. Io diffido per natura di quello che nel nostro Paese, professionista nell’intervento postumo, viene definito sotto controllo e ritengo invece che qualsiasi cosa riesca ad entrare attraverso le nostre barriere sanitarie grattugia, verrebbe a contatto con i nostri sistemi di sorveglianza, gli stessi che, sconfinando leggermente, riportano alla mente la catastrofe di Bussi sul Tirino, la Terra dei Fuochi, fiumi trasformati in discariche, superstrade solubili in acqua e via dicendo………Dio ce ne scampi caro Direttore. E’ una mia opinione personale e tale rimane. Come Lei ritengo invece che l’ IZS Teramo, attraverso lavoro e dedizione, abbia raggiunto negli anni livelli di Eccellenza e, dall’alto della propria indiscutibile esperienza e professionalità nell’ambito delle malattie infettive, abbia a cuore l’incolumità dei propri dipendenti ma la tutela della mia persona e di chi mi lavora accanto è sicuramente figlia delle mie competenze e della mia professionalità che mi permettono di gestire il rischio in maniera razionale e adeguata. Come già specificato l’intenzione non era di determinare isteria collettiva ma di puntualizzare una mancanza  che continuo a ritenere tale e che ha semplicemente determinato una piccolissima leggera caduta di stile.   Giovanni Foschi