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marroni La Legge n° 190/2014 (legge di stabilità per il 2015), mutuando le indicazioni contenute nel cosiddetto “Piano Cottarelli” dell’agosto 2014, ha introdotto significativi obblighi di razionalizzazione delle partecipazioni societarie degli enti locali, con scadenze ravvicinatissime.   L’articolo 1 della Legge 190/2014, al comma 611 prescrive in particolare che: al fine di assicurare il contenimento della spesa, il buon andamento dell’azione amministrativa e la tutela della concorrenza e del mercato, gli enti locali, a decorrere dal 1° gennaio 2015, avviano un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, in modo da conseguire la riduzione delle stesse entro il 31 dicembre 2015, tenendo conto dei seguenti criteri: – eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione; eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate, anche mediante operazioni di fusione o di internalizzazione delle funzioni; aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; – contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni”.   Il successivo comma 612 articola gli adempimenti: gli organi di vertice delle amministrazioni di cui al comma 611, definiscono e approvano, entro il 31 marzo 2015, un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, le modalità e i tempi di attuazione, nonché l’esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire. Tale piano, corredato di un’apposita relazione tecnica, è trasmesso alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti e pubblicato nel sito internet istituzionale dell’amministrazione interessata. Entro il 31 marzo 2016, gli organi di cui al primo periodo predispongono una relazione sui risultati conseguiti, che è trasmessa alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti e pubblicata nel sito internet istituzionale dell’amministrazione interessata. La pubblicazione del piano e della relazione costituisce obbligo di pubblicità ai sensi del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33”.   Quindi, fra un mese esatto (31 marzo 2015) il Consiglio comunale di Teramo dovrà obbligatoriamente approvare il predetto Piano di razionalizzazione delle società partecipate, il quale deve riguardare tutte le partecipazioni societarie, sia quelle dirette che quelle indirette, precisando modalità e tempi di attuazione, nonché l’esposizione in dettaglio dei risparmi da ottenere già entro il 31 dicembre 2015, data entro la quale “conseguire la riduzione” delle società e delle partecipazioni possedute.   Il Piano dovrà essere corredato da una specifica relazione tecnica, nella quale saranno illustrati gli elementi economici e giuridici a supporto delle misure definite (a tale riguardo, particolare attenzione deve essere posta agli effetti della razionalizzazione in termini di impatto sul bilancio del Comune ad oggi ancora non approvato, nonché ai percorsi per affrontare le eventuali situazioni debitorie critiche).   Nel dettaglio, il Legislatore obbliga ad osservare specifici criteri fra i quali risultano particolarmente significativi per il Comune di Teramo i seguenti: – eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate, anche mediante operazioni di fusione o di internalizzazione delle funzioni; – aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica;   In proposito, non può sfuggire come l’Amministrazione comunale possieda il 49% della partecipazione azionaria della Teramo Ambiente S.p.A. (società attualmente affidataria della gestione del servizio di igiene ambientale su tutto il territorio comunale), nonché il 49,71% della partecipazione azionaria della Mo.Te. Ambiente S.p.A., società “deputata alla gestione dei servizi pubblici locali di igiene urbana”, alla “raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani e assimilati” e a numerose attività connesse.   Non v’è chi non veda come il caso di specie verta esattamente in più di uno fra i criteri che la norma sopra richiamata obbliga ad osservare per conseguire la razionalizzazione delle partecipazioni, svolgendo entrambe le società attività identiche e perfettamente sovrapponibili, ragione per la quale il Comune di Teramo si vedrà costretto ad una delle seguenti scelte da inserire nell’approvando Piano (entro il 31 marzo 2015): 1) Dismettere entro l’anno in corso (31 dicembre 2015) la propria partecipazione nella Teramo Ambiente S.p.A. (49%); 2) Dismettere entro l’anno in corso (31 dicembre 2015) la propria partecipazione nella Mo.Te. S.p.A. (49,71%); 3) Promuovere la fusione delle due società sempre entro il 31 dicembre 2015 (qualora si riesca a convincere dell’utilità della fusione da un lato gli altri venti Comuni teramani soci della Mo.Te. S.p.A. e dall’altro lato il socio privato della Te.Am. S.p.A.).   Il Sindaco Brucchi continua a rilasciare interviste e a dichiarare la bontà dei progetti che il Mo.Te. dovrebbe attuare, nonché a ventilare la sempre possibile acquisizione da parte del Mo.Te. del 49% della Te.Am. oggi in possesso del socio privato, ma ignora o finge di voler ignorare precise disposizioni di legge che nei prossimi dieci mesi attendono di essere attuate sotto l’occhio vigile della Corte dei Conti.     Maria Cristina MARRONI Consigliere comunale di “Teramo 3.0”