*L’anima ferita dell’uomo secondo Wajdi Mouawad*
*Un viaggio nel romanzo Anima, tra violenza, identità e compassione: perché il male non è solo una notizia, ma qualcosa che ci abita*
Viviamo tempi in cui la violenza è ovunque: nei telegiornali, sui social, nei commenti sotto un post. Ma anche dentro le nostre vite, in forma di silenzio, trauma, rabbia repressa.
È per questo che Anima di Wajdi Mouawad — romanzo disturbante, poetico e crudele — ci parla con una forza rara.
È uno specchio.
*La trama: un omicidio, un uomo, un viaggio nell’ombra*
Il protagonista, Wahhch Debch, trova la moglie brutalmente uccisa. Unico testimone un gatto.
Inizia così un inseguimento feroce, non solo dell’assassino, ma delle verità taciute della propria esistenza.
Anima non è un giallo. È più un viaggio interiore.
Più Wahhch corre, più si disfano le sue certezze.
Più cerca giustizia, più scopre quanto il male può essere una memoria ereditaria, non solo un gesto.
*L’idea geniale: sono gli animali a raccontare la storia*
La genialità e la profondita’ della storia sta tanto nei contenuti e nelle tematiche trattate, quanto nella forma originale utilizzata dall’autore: infatti, a raccontare la storia non sono esseri umani, ma animali.
Un cane. Un lupo. Una formica. Un pipistrello...
Sono loro a osservare Wahhch, a narrarne le azioni, a descriverlo senza giudizio, ma con verità.
Questo sguardo animale ci costringe a fare lo stesso: guardarci da fuori.
E lì, ci scopriamo fragili. Contraddittori. Feroci. Umani.
"Gli umani sono soli. Malgrado la pioggia, malgrado gli animali, malgrado i fiumi e gli alberi e il cielo e malgrado il fuoco.
Gli umani sono sempre sulla soglia. Hanno avuto il dono della verticalità, e tuttavia conducono la loro esistenza curvi sotto un peso invisibile. C'è qualcosa che li schiaccia. Piove: ecco che corrono. Sperano nella venuta delle divinità, ma non vedono gli occhi degli animali che li guardano. Non sentono il nostro silenzio che li ascolta.
Prigionieri della loro ragione, la maggior parte di loro non faranno mai il grande passo dell’irragionevolezza, se non al prezzo di un'illuminazione che li lascerà esangui, folli. Sono assorbiti da ciò che hanno sottomano, e quando le loro mani sono vuote, se le portano al viso e piangono. Sono fatti così"
*L’attualità brucia: Anima e le guerre di oggi*
In un mondo attraversato da guerre visibili e invisibili (depressione, trauma generazionale, violenza domestica), Anima ci mette davanti a una verità scomoda: il male non è un’eccezione. È una possibilità. E ci riguarda tutti.
Ci indigniamo per i video violenti. Ma li guardiamo.
Diciamo di voler la pace, ma poi ci chiudiamo in casa, scrolliamo e passiamo oltre.
Viviamo in un tempo in cui la violenza non è più straordinaria.
È diventata una notifica.
Un suono.
Una foto.
Un nome.
E allora mi chiedo se non ci siamo forse abituati al male?
“Crediamo di essere salvi, ma ci sbagliamo sulla logica, sul modello da seguire, sull’equazione. Alle Olimpiadi ci sono umani che lanciano il giavellotto. Altri lo raccolgono e lo riportano indietro, e i lanci ricominciano. Non finisce mai. C’è sempre qualcuno o qualcosa pronto a riportare indietro il giavellotto degli orrori e qualcun altro pronto a rilanciarlo.”
Anche chi non ha mai fatto del male direttamente, porta dentro ferite, silenzi, rabbie non elaborate. E quelle emozioni — se non ascoltate — diventano veleno.
*Trauma e memoria: la violenza si eredita?*
Con la sua indagine profonda sul trauma transgenerazionale, Wahhch scoprirà che la violenza non è solo nel presente. Ma in ciò che non è stato detto, ascoltato, elaborato. Nella storia familiare. Nella vergogna tramandata.
Ed è qui che la domanda centrale del romanzo diventa personale.
Chi siamo davvero, quando ci tolgono le certezze?
Quando il dolore rompe la facciata?
Non siamo solo ciò che ci è accaduto.
Siamo anche la scelta che facciamo dopo.
Anche in un mondo che legittima l’odio, possiamo scegliere di non restituirlo.
Anima richiede molto più di un’interpretazione letteraria.
Richiede coraggio.
Quello di guardare noi stessi senza filtri.
Quello di riconoscere che l’oscurità non è solo “fuori”. È anche dentro.
E che ogni gesto umano – anche il più terribile – ha una storia.
Non c’è consolazione, ma sfida.
E la necessità di aprire gli occhi su verità scomode, ma che è necessario affrontare.
*Titolo* : Anima (2015)
*Autore* : Wajdi Mouawad
*Traduttore* : Antonella Conti
*Casa* *editrice* : Fazi Editore (Brossura) – Collana: Le Strade
*Genere* : Romanzo contemporaneo, Noir, Letteratura straniera