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E’ iniziato a Teramo il processo a carico di Giuseppe e Simone Santoleri, di Giulianova, accusati di omicidio volontario e soppressione del cadavere di Renata Rapposelli, rispettivamente ex moglie e madre dei due imputati. Secondo l’accusa i due avrebbero ucciso la Rapposelli, arrivata a Giulianova proprio per incontrare l’ex marito e il figlio, il 9 ottobre 2017, al termine di un’accesa discussione per questioni economiche. Il cadavere della donna venne ritrovato un mese dopo nelle Marche vicino al fiume Chienti. Simone Santoleri, così come annunciato in una lettera al Messaggero, non era in aula, nella quale c’era il solo Giuseppe. La Corte d’Assise, Flavio Conciatori con Lorenzo Prudenzano a latere, e sei giudici popolari, si è ritirata due volte sia quando i difensori (Gianluca Reitano, Gianluca Carradori e Alessandro Angelozzi) hanno chiesto di rigettare la costituzione di parte civile della Penelope Italia Onlus, associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse, sia quando è stata avanzata la richiesta di incompetenza territoriale. La Corte ha ammesso la costituzione di parte civile della Penelope e anche quella di Maria Chiara Santoleri, figlia della pittrice. Il prossimo 21 febbraio saranno ascoltati i primi otto testi e i giudici hanno inoltre autorizzato due consulenze psichiatriche. Altre udienze il 25 marzo e il 18 aprile.

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