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Un arresto che ha scosso la comunità giuliese quello di: Erasmo di Giacinto portato in carcere a Castrogno su ordine di carcererazione dei tribunali di Teramo e L'Aquila. Le accuse parlano, per il tribunale dell'Aquila di truffa mentre per quello di Teramo deve rispondere di  bancarotta fraudolenta. Piu di otto anni la condanna che dovrà scontare in carcere a Castrogno, dove è stato rinchiuso oggi. L'uomo aveva precedenti per reati contro il patrimonio. L'arresto è stato eseguito dalla Squadra Mobile di Teramo in collaborazione con la Polfer di Giulianova.

Fu arrestato il 23 giugno 2010 per una maxi truffa. Erasmo Di Giacinto, ex campione di moto ed ex titolare di una concessionaria.  Con il 68enne giuliese - campione di moto italiano nella categoria 125, negli anni Settanta - finì in carcere la figlia e l'ex compagna. Le indagini, furono condotte dal nucleo di polizia tributaria. I reati contestati andavano dall'associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale continuata, alla truffa aggravata ta e continuata, alla ricettazione, all'omessa dichiarazione fiscale, all'insolvenza fraudolenta, alla dichiarazione infedele e altri illeciti di natura valutaria.  

I clienti truffati hanno riferito agli investigatori che a seguito della stipula di un contratto per l’acquisto di una motocicletta, hanno consegnato, a volte somme di denaro a titolo di anticipo mentre altre volte hanno pagato per intero il prezzo del motociclo senza che quest’ultimo venisse mai consegnato, anche dopo diversi mesi o in alcuni casi dopo più di un anno di inutile attesa dalla stipula del contratto.

Poi nel 2012 ci fu l'inchiesta bis:

Tra le varie modalità di truffa messe in atto, secondo la Procura di Teramo nel corso dell’indagine, la finanza ha segnalato un caso in cui all’ignaro cliente che si rivolgeva al concessionario per l’acquisto del motociclo, oltre all’anticipo versato a titolo di caparra, veniva fatto sottoscrivere un finanziamento da primarie agenzie di credito, con il risultato che il cliente si ritrovava a pagare le rate del finanziamento, regolarmente incassato dal concessionario, senza ricevere però la motocicletta acquistata.

Per alcuni sfortunati clienti il danno è stato maggiore in quanto questi avevano anche consegnato delle moto in permuta, anch’esse svanite nel nulla.
Sotto il profilo patrimoniale, le truffe hanno fruttato al commerciante indebite –secondo la Procura- percezioni di corrispettivi per un importo complessivo di svariate decine di migliaia di euro.

Oggi l'arresto.