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“La terribile notizia dell’ennesimo femminicidio scoperto ieri pomeriggio nella vicina Nereto ci ha raggiunte proprio mentre eravamo riunite in Commissione Pari Opportunità per affrontare l’argomento violenza di genere e per organizzare azioni di sensibilizzazione e prevenzione di questo fenomeno sul nostro territorio”. A nome dell’intera Cpo truentina il Presidente, Giorgia Di Biagio, condanna quanto accaduto ed esprime dolore, cordoglio e rabbia, manifestando la vicinanza alla famiglia di Mihaela Roua.

“Come Commissione Pari Opportunità di Martinsicuro, alla luce di questo ennesimo, dolorosissimo fatto di cronaca che ha colpito la nostra provincia, in linea con gli indirizzi programmatici che ci siamo date ad inizio mandato, ed in accordo con la più ampia programmazione a livello nazionale, ribadiamo la necessità, da parte di tutte le istituzioni del territorio, di implementare e mettere in atto azioni ed interventi di sensibilizzazione, prevenzione e tutela della figura femminile e degli eventuali minori coinvolti, che, loro malgrado, sempre più spesso, si ritrovano ad essere vittime di tali atroci violenze” prosegue la nota.

“Vogliamo rinnovare con forza e determinazione l’impegno a combattere ed arginare questo odioso fenomeno. In questo senso intendiamo attivare percorsi ed azioni che non vadano solo ad informare e far conoscere il nuovo istituto del “codice rosso” contro la violenza sulle donne, che prevede tempi più celeri, corsie preferenziali ed indagini più rapide per i casi di violenza contro le donne, ma anche a garantire un reale cambiamento a livello culturale nella nostra società. Azioni che consentano finalmente di far capire alle donne che non sono sole e agli uomini, che tali atti, sono un vero e proprio crimine contro l’umanità intera” conclude la Commissione Pari Opportunità di Martinsicuro. “E’ necessario lavorare affinché non ci sia più bisogno di proteggere le donne dagli uomini, bisogna adoperarsi per modificare il nucleo interno alla società da cui nascono tali efferatezze”.

In Val Vibrata ci sono stati altri sei femminicidi. Nel 1998 toccò a Svetlana Koneva, 24enne ucraina trovata uccisa a coltellate in un casolare nelle campagne di Corropoli - a ucciderla fu un marittimo di Alba che ha scontato circa vent'anni di reclusione - e nel 2002 a Svetlana Alexeenko, russa, soffocata dopo essere stata violentata a Martinsicuro. Il suo assassino, un operaio ascolano, è morto in carcere. Nel 2010 la 33enne albanese Rudina Koni fu sgozzata in casa, a Martinsicuro, dal marito, che sta scontando la pena a Castrogno. Nel 2011 un altro femminicidio scosse l'opinione pubblica nazionale e la provincia di Teramo: quello di Melania Rea, 29 anni, per il cui delitto è stato condannato a venti anni il marito Salvatore Parolisi. Melania venne uccisa alle Casermette, sulle montagne di Civitella del Tronto. Nello stesso anno, ad Alba, Maria Rosa Perrone fu accoltellata a morte dal marito William Adamo, condannato a 24 anni di carcere. Non è lontano il ricordo per un altro omicidio, quello di Ester Pasqualoni, l'oncologa massacrata nel parcheggio dell'ospedale di Sant'Omero nel giugno 2017. L'assassino venne trovato morto suicida poche ore dopo in un appartamento di Villa Rosa. A febbraio scorso, invece, ha rischiato la vita Giusy Montecchia, la 39enne barista ferita da numerose coltellate inferte dall'ex compagno Fabiano Cistola sul lungomare di Tortoreto.