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anna capponi 1000x750La Corte d'Appello dell'Aquila ha rigettato il ricorso del Comune di Teramo contro la sentenza del giudice del lavoro che aveva reintegrato la vigilessa Anna Capponi dichiarando l'illegittimità del secondo licenziamento. Un licenziamento senza preavviso, comunicato con provvedimento del 13 agosto 2018 e comminato otto giorni dopo dalla commissione disciplinare. Anche in questo caso i giudici hanno ritenuto che fosse fondato sugli stessi fatti oggetto del primo, già illegittimo.
Una complessa vicenda giudiziaria che ha avuto risvolti sia penali, sia sul piano del lavoro, iniziata con la denuncia per violenza sessuale e mobbing verso il comandante dei vigili Franco Zaina e due sottufficiali, loro accusati solo di quest'ultimo reato, da parte della Capponi, a sua volta poi denunciata e condannata in via definitiva per calunnia dopo le indagini della Procura che non ha trovato riscontri nelle sue accuse e ha fatto richiesta di archiviazione. Cadute, così, le contestazioni a carico dei tre, scrive Il Messaggero, è partito il procedimento interno al Comune che ha portato al primo licenziamento poi impugnato. A novembre del 2014 il primo giudice del lavoro reintegra la vigilessa ritenendo illegittimo e ritorsivo il provvedimento disciplinare, ma nel frattempo si è espressa la Cassazione per la calunnia. E così succede che riparte l'azione disciplinare e dopo il reintegro la vigilessa, a novembre del 2015, viene licenziata per la seconda volta con un conseguente ricorso e di nuovo il reintegro perché secondo il giudice si tratterebbe degli stessi fatti. Ma il Comune va avanti e fa ricorso in appello. Ieri il rigetto che sancisce un altro importante passo per la Capponi (difesa dall'avvocato Valerio Speziale).