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833361-katia_reginella_2 OMICIDIO PRUSCINO:  KATIA REGINELLA, SOTTOPOSTA AD INTERROGATORIO -  TORTURA, RICORRE ALLA Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali (violazione art. 3 Convenzione). Di seguito una parte dell'interrogatorio oggetto del ricorso Il difensore (Vincenzo di Nanna): la scena di una madre (affetta da ritardo mentale) chiamata a mimare con l’utilizzo di un bambolotto la condotta omicidiaria materialmente posta in essere dal padre in danno del figlioletto,  ricorda quella di un film sugli interrogatori tenuti dalla Santa Inquisizione. PERCHE' LA POVERA ACCUSATA CONTINUERA’ A CULLARE IL BAMBOLOTTO BEN OLTRE LA DURATA DELL’INTERROGATORIO – TORTURA? Questi i fatti posti a fondamento del ricorso proposto (16 maggio 2014) alla Corte di Strasburgo dal difensore (Vincenzo di Nanna): Il giorno 20 novembre 2011, nel corso delle indagini preliminari, l’accusata è stata sottoposta ad interrogatorio da parte dei Pubblici Ministeri procedenti (dottori Cinzia Piccioni e Carmine Pirozzoli), i quali, senza alcun preavviso e senza neppure interpellare il difensore, hanno unilateralmente deciso di far mimare alla povera indagata (affetta da ritardo mentale), la condotta omicidiaria materialmente posta in essere dal coimputato Denny Pruscino, tramite l’utilizzo di un bambolotto (tipo “cicciobello”): P.M. Piccioni: adesso Katia, stai tranquilla un attimo, tu ripensa bene, anche se è doloroso per te quel ricordo. Reginella Katia: è doloroso si! P.M. Piccioni: noi ti diamo un bambolotto perché pare che qui in carcere ne hanno uno. Katia Reginella: si P.M. Piccioni: così tu ci puoi rappresentare che cosa ricordi, come è stato preso questo bambino, se dai fianchi … va bene possiamo provarci? Katia Reginella: si …….. Katia Reginella: io non voglio fare Denny. P.M. Piccioni: però quello devi fare Katia Reginella: va beh dai! Nel corso dell’orribile esperimento istruttorio, l’accusata, costretta a rivivere il trauma sofferto a seguito dell’uccisione del figlio, è stata colpita da un malore, in conseguenza del quale i Pubblici Ministeri sono stati costretti a sospendere l’interrogatorio – tortura. Reginella Katia: “perché mi inizia a far male la testa” P.M. dott. Pirozzoli: “Sospendiamo 5 minuti”. Purtroppo, la scena descritta e allegata, registrata con sistema audio-video, si è svolta all’interno della Casa Circondariale di Teramo, sul territorio della Repubblica Italiana che è compreso nell’Unione Europea, ma ricorda in tutto e per tutto altre scene, di film che rievocano gli interrogatori tenuti dalla Santa Inquisizione. Vittima del descritto maltrattamento è stata inoltre una persona affetta da un significativo ritardo mentale (nella prima perizia disposta dalla Corte d’Assise di Macerata il ritardo mentale è stato qualificato di tipo “moderato” (medio), secondo la classificazione del DSM IV), sottoposta a gravi traumi vissuti già nei primi anni di vita, così come certifica l’ultima delle perizie d’ufficio (18 marzo 2014) a firma del prof. Giovanni Camerini. In ogni caso, anche una madre non affetta da alcuna patologia mentale, ben potrebbe subire un grave “shock”, se costretta a rivivere la terribile esperienza della morte del proprio figlioletto. Queste le conclusioni che trae il difensore ( Vincenzo di Nanna): Lo scrivente ha ragione di ritenere che la singolare “procedura” d’interrogatorio già descritta nella parte espositiva del presente ricorso, rappresenti una sicura e grave offesa alla dignità umana, al punto tale da arrecare ulteriori danni, persino permanenti, alla salute mentale della persona interrogata. Palese è allora, a giudizio del ricorrente, la violazione dell’art.  3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, considerato che la peculiare  “procedura” d’interrogatorio, equiparabile ad una vera e propria tortura per le sofferenze arrecate all’indagata, ha certamente cagionato grave pregiudizio, non solo alla salute mentale già compromessa, ma anche una sicura e gratuita offesa alla sua dignità umana. PER QUALE RAGIONE LA POVERA ACCUSATA CONTINUERA’ A CULLARE IL BAMBOLOTTO BEN OLTRE LA DURATA DELL’INTERROGATORIO – TORTURA? avv.  Vincenzo di Nanna