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VIALONGOMORTI
Sono morti insieme. In quella che era la loro casa da vita senza casa. Li ha uccisi un braciere di fortuna. Asfissiati dal monossido di carbonio. Alessia Sardella, teramana di 44 anni e Embile, gambiano di 26 anni, avevano acceso quel braciere per riscaldarsi, per proteggersi dai freddi terribili dell'ultima notte di novembre. Avevano forzato l'accesso, per entrare in quella casa del Comune  disabitata. Sono morti. Sarà l'inchiesta della magistratura a stabilire le cause precise, ma la causa principale resta la disperazione, la scelta di una vita ai margini che si fa tragedia, trovando per teatro una delle case comunali  di via Longo, in quelle palazzine che il Comune ha sgomberato sognando un progetto di riqualificazione urbana mai partito e divenute, invece, infelici alberghi della solitudine e della povertà. A trovare i due cadaveri sono stati altri due senzatetto, due pachistani, anche loro inquilini abusivi di via Longo. Era mezzanotte, ma erano morti gia da tempo.