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Schermata_2022-12-01_alle_13.03.56.pngLa tragedia di Via Longo ha responsabilità chiare nella politica cittadina; e ha anche due responsabili morali, vale a dire l'ex sindaco Maurizio Brucchi e l'attuale sindaco Gianguido D'Alberto, il primo per aver sfrattato molti degli abitanti del popoloso quartiere disperdendoli nella periferia teramana e promettendo loro un recupero all'italiana cioè del mai né visto né sentito, fatto che ha favorito il degrado che sappiamo, e il secondo per non essere riuscito in quasi cinque anni a mettere in sicurezza le palazzine disabitate murando almeno le finestre dei piani bassi: gli stabili di Via Longo, si sappia, sono di proprietà comunale e non dell'ATER.

I poveri fanno schifo e puzzano. La povertà è l'ultimo grado di esclusione sociale. I poveri sono i rifiuti della società dei consumi, vale a dire che sono uomini non più in grado di spendere, di consumare. Ma poveri si diventa!

E poveri si diventa proprio nella società del Capitale, Il Male, dove tutto funziona solo finché è profittevole, mentre l'uomo continua lo stesso a respirare.

La verità della povertà è spietata, perché non permette strutture utili a nasconderla: emerge sempre.

E di povertà, in questo triste Occidente di sempre più poveri e sempre più ricchi, si muore, come a Via Longo, che da oggi ribattezziamo Via Mondo perché la povertà adesso sappiamo che non rispetta alcun diritto di cittadinanza poiché riconosce una unica identità, cioè l'identità dell'uomo; e quindi si muore poveri da italiani e da extracomunitari e con i piedi ben saldi sulla terra ferma. Si muore solo come muoiono i poveri d'Occidente.

Non basta il lutto retorico e ipocrita, magari accendendo le luminarie natalizie con qualche ora di ritardo.

Necessiterebbero invece il mea culpa di Maurizio Brucchi, iniziatore di questa tragedia, e di Gianguido D'Alberto, prosecutore di questa tragedia, e le dimissioni di tutto il Consiglio Comunale di Teramo, che non può più rappresentarci perché i teramani non hanno delegato a nessuno il cieco diritto di tragedia.

Io so. E ho le prove.

Poveri, si diventa!

MASSIMO RIDOLFI