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Non cresce e non perde. Non sale e non scende. Non migliora e non peggiora. Qualcuno disse, anni fa, che “nascere a Teramo è come pescare il 5 a sette e mezzo”, per dire che poi… non sai più che fare. Quella di Teramo è, secondo il Sole 24 Ore che, come ogni anno, ha pubblicato la classifica della qualità della vita, una vera e propria “Terra di Mezzo”, nella quale le cose cambiamo per non cambiare. Un tempo senza tempo, che non incide e non modifica, ma scorre. E’ un ritratto fatto di numeri, quello della nostra realtà, intesa su scala provinciale, che scolpisce una dimensione immobile. Tra le 107 sorelle italiane, Teramo è 68esima quest’anno esattamente come l’anno scorso, era 76esima nel 2020, 56esima nel 2019, 53esima nel 2018, 60esima nel 2017, 76esima nel 2016. Fluttuazioni in fondo minime, per una provincia che paga il pegno di essere la più nordica del Meridione, pur avendo le caratteristiche di una realtà che potrebbe ambire a ben altra dislocazione statistica. negli indicatori di dettaglio, Teramo perde due posizioni in “Ricchezza e consumi”, sale di 23 in Affari e lavoro, ne perde 12 in Giustizia e SIcurezza e addirittura 30 in demografia e società, cresce du 31 in ambiente e servizi dove, grazie soprattutto alle piste ciclabili, si posiziona tra le prime 40 province italiane e, per finire, sale di due posizioni in Cultura e Tempo libero. La prima in Italia è Bologna, seguita da Bolzano e Firenze. Le altre abruzzesi: Pescara 44esima, L’Aquila 63esima e Chieti 75esima.
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